Fuorilegge e fuori controllo: la nuova ondata globale di repressione anti-LGBTQIA+

Un Pride vietato in Ungheria, una legge repressiva in Mali, un corpo spezzato in un fiume colombiano, una sentenza crudele nei Caraibi: sono tutte facce della stessa strategia. Criminalizzati, repressi, uccisi. Dai Caraibi all’Africa occidentale, passando per l’Europa dell’Est, i diritti delle persone LGBTQIA+ sono sotto attacco.
Dietro questa ondata globale di odio non ci sono solo governi autoritari, ma vere e proprie reti transnazionali che esportano repressione e censura.
Un’inchiesta che attraversa tre continenti e smaschera la strategia globale per cancellare l’esistenza queer. Se oggi essere LGBTQIA+ è ancora un crimine in 66 paesi, allora la nostra lotta è tutt’altro che finita.
L’importanza della solidarietà internazionale per la comunità lgbtqia+ in Russia

Una delle situazioni più pericolose che come comunità ci troviamo oggi a fronteggiare è la dura repressione in Russia. La Corte Suprema russa ha dichiarato il movimento pubblico internazionale lgbtqia+ come estremista. A pochi giorni dalle elezioni presidenziali, due persone che lavoravano in un bar gay sono state arrestate e ora rischiano fino a 10 anni di reclusione. Non potevano che scatenarsi proteste, petizioni e azioni collettive: un’ondata di solidarietà internazionale necessaria e, ci auguriamo, efficace.