AUT Magazine

Il “cucciolo” che spaccò l’America in due

di Paolo Di Lorenzo 
Il coming out di Ellen DeGeneres e una Hollywood piena di armadi che non fu più la stessa.
coming out Ellen

Non voler essere visibili nell’ambiente dello spettacolo, che ha nello show off la sua ragione d’essere, sembra quasi una contraddizione in termini. Eppure Hollywood, e ancora oggi, è sempre stata piena di “armadi”. Da uno di questi, a metà degli anni ‘90, Ellen DeGeneres decise di uscire fuori, creando scompiglio nell’America de La casa nella prateria

Due decenni prima che la visibilità delle soggettività marginalizzate diventasse lo spauracchio tanto caro alla destra retrograda, la televisione mainstream non sapeva bene come gestire i personaggi queer. Siamo a metà degli anni Novanta. L’epidemia di Aids ha smesso di scuotere l’opinione pubblica grazie ai primi approcci terapeutici efficaci. Essere gay non è più necessariamente sinonimo di morte, ma non è esattamente caldeggiato. Di star dichiarate ce ne sono ancora molte poche, giacché la popolarità comportava un armadio molto spazioso in cui trovare rifugio per non rischiare la carriera. 

Un anno prima che Will & Grace, la sit-com che ha contribuito a cambiare il percepito della comunità LGBTQIA+ nel mondo – parole dell’allora vicepresidente Joe Biden -, debuttasse sugli schermi, la comica Ellen DeGeneres fece quello che molti allora considerarono un suicidio professionale.

DeGeneres nasce come comica e nel 1994 si aggiudica una serie – dal titolo Ellen – in cui interpreta una libraia nevrotica ma adorabile. Sono gli anni d’oro delle comedy, ed Ellen ottiene subito un grande successo di ascolti per Abc, la rete americana di proprietà Disney. Giunti alla quarta stagione, i dirigenti del network hanno un problema. Ellen – il personaggio e la comica – si dimostra insofferente nei confronti delle dinamiche sentimentali che da sempre animano le commedie televisive. Non c’è niente da fare: Ellen non vuole un fidanzato.

Per ravvivare le cose, i piani alti pensano di introdurre un cucciolo così da sviscerare il lato affettivo della protagonista. Da qui nasce “The Puppy Episode”, la puntata di Ellen che ha scritto una pagina fondamentale nella storia della visibilità queer mediale.

Jonathan Stark – tra gli autori della sit-com – propone così ad Ellen DeGeneres di adoperare questo nome in codice, “The Puppy Episode” per l’appunto, come titolo per l’episodio in cui il personaggio di Ellen, e la comica stessa, avrebbero fatto coming out. Le trattative per questo coup de théâtre erano già iniziate l’anno prima, con Abc sulle spine all’idea di – potenzialmente – compromettere uno dei suoi programmi più apprezzati. Il primo bacio lesbico della televisione americana risaliva al 1991, quando la serie tv L.A. Law incluse un’effusione tra C.J. Lamb e Abby Perkins.

Sta di fatto che la quarta stagione di Ellen si chiude col botto.
Nell’episodio in due parti trasmesso il 30 aprile 1997 negli Stati Uniti, Ellen fa
coming out dopo aver conosciuto una donna, interpretata da Laura Dern (la Ellie Slater di Jurassic Park), di cui si invaghisce.

L’episodio diventa il più visto nella storia della serie tv – 42 milioni di spettatori si sintonizzarono per scoprire se Ellen DeGeneres avrebbe effettivamente dichiarato la propria sessualità, come da mesi sostenevano tabloid e indiscrezioni – e si aggiudicò anche un Emmy Award.

Non mancarono le polemiche: le levate di scudi dei conservatori portarono Abc a includere un avviso di contenuto esplicito – “parental advisory” – all’inizio di ogni episodio della quinta stagione.

Quinta stagione che fu, purtroppo, anche l’ultima per Ellen. Molto presto il fattore novità del coming out della protagonista diventò storia antica, e la sit-com venne presa di mira da chi considerava la serie ormai “troppo gay” per incontrare il favore della Middle America. Ellen fu cancellata un anno dopo la messa in onda di “The Puppy Episode”. Sia DeGeneres che Dern, le due donne che diedero il volto alla storyline lesbica nella serie tv, hanno parlato apertamente di come quell’episodio rese loro difficile trovare altri ingaggi e lavori successivi.

Fortunatamente questa storia ha un lieto fine. DeGeneres ha condotto un popolarissimo talk show per ben 18 stagioni, mentre Laura Dern è una delle attrici più amate del grande e del piccolo schermo nonché vincitrice di un Oscar per la sua interpretazione nel film A Marriage Story del 2019.

Qual è l’eredita di “The Puppy Episode”?
Se da una parte la rappresentanza queer in televisione è cambiata – per il meglio – negli ultimi 26 anni, ancora oggi le donne che si autodeterminano continuano a fare una gran paura.



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Egizia Mondini e Alessandro Michetti
L’editoriale: Invisibili

Essere visibili è un atto politico, di autoaffermazione, autodeterminazione e affrancamento, ma anche un’urgenza esistenziale, oltre che di condivisione. Perché “fuori dalla collettività c’è solo la mitomania”. 

Aldo Mastellone
Comunità trans nello sport: quando rendersi visibili è rivoluzione

La situazione delle persone LGBTQIA+ nello sport agonistico. Intervista a Guglielmo Giannotta, Presidente di ACET, Associazione per la Cultura e l’Etica Transgenere.

Ambra Angiolini
Come la politica e l’economia sfruttano la nostra invisibilità

Far tornare le nostre diverse identità gli unici luoghi davvero interessanti da visitare, è la rivoluzione che dobbiamo mettere in atto.

Francesco Lepore
Sacerdoti omosessuali al bivio

Da una voluta invisibilità al bisogno di coming out. Anche in Vaticano.

Daniele Coluzzi
L’omosessualità nella letteratura italiana: una storia di invisibilità

Da Michelangelo a Tasso, come gli artisti hanno usato le loro opere per celebrare i propri amori.

Paolo Di Lorenzo
Il “cucciolo” che spaccò l’America in due

Il coming out di Ellen DeGeneres e una Hollywood piena di armadi che non fu più la stessa.

Loredane Tshilombo
Black Queerness: quando sei abituato a essere invisibile

Nella presunta visibilità queer conquistata c’è l’invisibilità delle persone non bianche: il dibattito politico e la sfida del rispetto sociale in una società che riesce a convivere con più di venticinquemila persone black and brown morte o disperse nel Mediterraneo negli ultimi dieci anni.

Luca de Santis
Come sta cambiando l’identità fascista

I simboli nostalgici si legano a felpe alla moda, gli smartphone branditi al posto di bibbie e crocifissi, spariscono le divise militari scoprendo corpi muscolosi e cappelli di pelliccia. “Etero Pride”, “All lives metters”, “Libertà di essere madri”: i nuovi fascisti si appropriano dei nostri riferimenti e delle nostre parole, per mostrarsi più accettabili ma mantenendo gli strumenti di sempre: violenza e oppressione.

Luca Ragazzi
Quando il cinema queer era invisibile, o quasi

Veloce rassegna dei film italiani che hanno contribuito alla lotta per i diritti LGBTQIA+.

Matteo Albanese
Bisessualità: un orientamento doppiamente al margine

Secondo la comunità gay e lesbica, i bisessuali sono uomini gay velati e le bisessuali donne etero opportuniste. Secondo la società eterosessuale le persone bisessuali sono ingorde e insaziabili a livello sessuale, più portate alla promiscuità e alla non-monogamia. Non c’è da stupirsi che il pensiero bisessuale sia praticamente sconosciuto in Italia. Più invisibilità di così…

Mohamed Maalel
Non sono più un uomo

Un racconto inedito che parla di multiculturalità, identità, invisibilità.

Ali Bravini
Fuori dai binari: una prospettiva che sfida le convenzioni di genere

Se un Dio esiste è sicuramente non binario. Allora chi siamo noi umani per pretendere di doverci descrivere come maschi o femmine? E’ necessario restituire consistenza a prospettive invisibilizzate da un binarismo imposto che da secoli caratterizza la nostra cultura e spesso anche la visione della nostra comunità LGBTQIA+.

Roberto Gualtieri
40 anni di storia nella città di Roma

L’obiettivo dell’Amministrazione romana è quella di rendere la città sempre più accogliente, giusta e in ascolto. Una sfida che deve essere vinta assolutamente.

Egizia Mondini e Alessandro Michetti
The Luxurian Age of Muccassassina

Intervista a Vladimir Luxuria, ex direttrice artistica di Muccassassina. Per scoprire come nasce un mito.

Antonia Caruso
In questa notte tutte le vacche sono gay

Chissà se a Mario Mieli avrebbe fatto piacere diventare mariomieli, martire, eroina, poeta e anche stencil. Antonia Caruso ha tratteggiato per noi un suo personalissimo ritratto, irriverente, ironico, punk, di quel Mario Mieli di cui portiamo il nome da 40 anni. Un Mario Mieli eccessivo ma mai eccedente. 

Monica Cirinnà
Unioni civili, divisioni politiche

Più che il percorso di una legge, un’epopea omerica, fatta di insidie, tradimenti e successi che alla fine hanno portato al (desiderato?) approdo. A ripercorrerlo insieme a noi è Monica Cirinnà.

Mario Colamarino
Il Mario Mieli è di nuovo Aut

Il Magazine del Circolo è tornato in circolazione, stavolta on line. Il Presidente del Circolo Mario Mieli, in veste di editore, ci spiega la spinta che ha portato a questo ritorno.

Isabella Borrelli
Si è fr**i anche per il culo degli altrə

Chi era Mario Mieli? L’intellettuale, il filosofo, lo scrittore, l’avanguardista? A proporci una sua rilettura è Isabella Borrelli, attivista lesbofemminista intersezionale.

Vanni Piccolo
Da AMOR al Mieli

Il Circolo Mario Mieli secondo Vanni Piccolo, presidente dal 1984 al 1990.

Deborah Di Cave
La storia di un circolo a cui devo anche un po’ la mia

La prima presidentessa nella storia del Mario Mieli ci racconta il suo Circolo.

Sebastiano Secci
Pride e Resistenza

Era il 2019 e gridavamo: chi non si accontenta lotta. A raccontarcelo, l’allora presidente Sebastiano Secci.

Rossana Praitano
Anniversario di rubino

Rosso come il rubino simbolo di quest’anniversario e come la passione per l’attivismo politico della ex presidentessa Rossana Praitano

Emiliano Metalli
Teatro di lotta: Norme, Traviate e Mieli on stage

Una retrospettiva su Mario Mieli drammaturgo. Perché sì, fu anche questo.

Emiliano Metalli
Mario Mieli autore, regista, costumista, scenografo, truccatore: qualcosa di magico

Osserviamo Mario Mieli attraverso la lente del teatro: una figura di intellettuale complesso, agitatore culturale, politico dissacrante, controcorrente, avanguardista, spesso inarrivabile e in anticipo su temi e metodologie. 

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