Per gli antichi vedere significava sapere. Ma non serve andare in giro indossando una toga per capire la fondamentale connessione tra le due cose. E lo sa benissimo la nostra comunità che da anni ha intrapreso un percorso di visibilità sempre più ampio; del resto se vogliamo essere conosciuti e riconosciuti dobbiamo alzare la mano, e a volte la voce, più in alto che possiamo.
Essere visibili è un atto politico, di autoaffermazione, autodeterminazione e affrancamento, ma anche un’urgenza esistenziale, un bisogno di condivisione. Perché come dice Zero Calcare: fuori dalla collettività c’è solo la mitomania.
Oggi siamo davvero tutti così visibili? Quanti ancora lottano per avere uno spazio riconosciuto? Quanti modi ci sono per sentirsi invisibili anche quando abbiamo la luce puntata addosso? Quanto è facile sentirsi non accettati, non ascoltati, non riconosciuti? E quanto è difficile esplicitarlo e trasmetterlo all’altro? Quanti e quali sono i corpi invisibili o ancora invisibilizzati dalla comunità?
Per questo abbiamo dedicato il monografico di Aut a una condizione che va indagata, compresa e raccontata per potercene emancipare: l’invisibilità.
Tutti i contributi sono stati pensati per dare voce e spazio a vari modi di sentirsi invisibili. Vi riconoscerete in alcuni, imparerete a conoscerne altri a cui non avete mai pensato. E probabilmente è un tema con talmente tante sfumature che merita ancora ulteriori approfondimenti che continueremo a fare. Abbiamo provato quindi a indagare le nostre piccole e grandi invisibilità, per poterle guardare e portarle sul tavolo della condivisione, passaggio necessario che ci aiuta a uscire da una stanza dove ci sentiamo soli per dare all’altro il modo di esserne consapevole e agire di conseguenza.
Piccola segnalazione: a partire da questo monografico, ogni mese e per ogni articolo, coinvolgeremo artisti visuali (a proposito di visibilità) che hanno accettato di mettere la loro creatività a nostra disposizione. Piccole opere d’arte che accompagneranno i contributi dei vari autori restituendo una visione più originale e personale degli argomenti trattati.
Ci sembra una bella cosa, ci auguriamo lo sia anche per voi. Immagini e parole sono il nostro modo di essere visibilmente Aut.
[Foto “Pasted colours and delicate skin” di Elsa Campini – IG: @elsacampini]