AUT Magazine

La sessualità tra gli anziani nel cinema: oltre il tabù 

di Luca Ragazzi
Desiderio e intimità: rappresentazioni della sessualità tra anziani, oltre gli stereotipi. Ecco un’antologia dei film che trattano (bene) l’argomento. 
Beginners

 

Foto di Philippe Leone

Al cinema siamo abituati a vedere di tutto. Eppure, un tabù è ancora rimasto intatto: la sessualità in tarda età. Sono pochissimi i film a trattare l’argomento, e ancora meno quelli che arrivano a mostrare l’atto sessuale di persone anziane. Ma c’è una spiegazione?  Cosa c’è dietro? L’assenza di rappresentazione del corpo anziano e un intramontabile bias culturale: i “vecchi” non sono interessati al sesso. Per fortuna qualche eccezione c’è. Ecco un’antologia dei film che trattano (bene) l’argomento. 

I film degli ultimi anni ci hanno abituati a vedere di tutto. L’asticella del pudore si è spostata di pari passo con la noia. Ormai, scandalizzare lo spettatore, o almeno sperare che si nasconda gli occhi dietro le mani, è un’utopia. Ci hanno mostrato tutto, nel dettaglio.  Dall’ago che entra nella vena alla ferita purulenta, dal nascituro che viene al mondo tra le urla atroci della puerpera, alla persona che va in bagno in tempo reale fino a quello che fa sesso in modo talmente realistico da chiedersi giustamente se stiamo vedendo un film porno o se gli attori abbiano fatto ricorso alle controfigure. Abbiamo imparato a non schifarci quando un attore vomita (tanto lo sappiamo che mica è vomito vero, suvvia!) a non temere per la sua incolumità quando schizza fiotti di sangue per una mutilazione inaspettata. Sappiamo che molte volte si tratta di effetti speciali, di trucchi, di controfigure. Abbiamo cominciato a familiarizzare con la visione di corpi nudi, non necessariamente femminili, quelli c’erano dagli albori della settima arte, basti pensare al primo nudo integrale (di Hedy Lamarr nel film Estasi del 1934), ma anche maschili (fece epoca negli anni ’90 il nudo di Harvey Kietel in Lezioni di Piano o ne Il cattivo Tenente). Sappiamo perfettamente, vedendo un film, che quei due finiranno a letto prima dei titoli di coda e che siamo persone di mondo, che non arrossiscono per così poco. 

Tuttavia un tabù riguardante la sessualità rimane ancora intatto, ed è il sesso in tarda età. Sono pochissimi i film a trattare l’argomento, e ancora meno quelli che arrivano a mostrare l’atto sessuale di persone anziane. Ma c’è una spiegazione per questo, anzi due. In primis, la negazione della rappresentazione del corpo anziano, evidentemente ancora non sdoganato. E poi, il grande, e a quanto pare, ancora intatto pregiudizio che vuole i “vecchi” non siano interessati al sesso. Dimenticando però che da 25 anni, o giù di lì, l’entrata in scena della famigerata pillolina blu (quella che comincia con la V per capirsi) nella vita domestica delle coppie ha cambiato totalmente le dinamiche, incoraggiandone delle nuove. 

Se una volta un uomo, con l’avanzare dell’età, sapeva che doveva deporre le armi e dedicarsi alle parole crociate o al monitoraggio dei cantieri, adesso non ci pensa lontanamente e anzi ostenta spavaldamente la sua spada (o la sua clava?). 

Anche la sessualità femminile è stata definitivamente sganciata dalla funzione di mera riproduzione per la sopravvivenza della specie, anzi, sono anni ormai che abbiamo acquisito che le donne possono (devono, vogliono) provare piacere e che i femminismi si occupano di riportare la centralità del piacere nel corpo delle donne, anche e soprattutto in quello non solo giovane.

Quindi è più che logico che da qualche anno anche il cinema si sia occupato di corpi anziani e delle loro pulsioni amorose e sessuali (le due cose, si sa, non devono necessariamente andare a braccetto). Certo, lo hanno fatto perlopiù con delle commedie, perché attraverso questo genere è più facile affrontare tematiche incresciose, imbarazzanti, se non disturbanti. E poi, si sa, la commedia è il genere più amato dagli spettatori, quindi quello che ha maggiore possibilità di avere un impatto incisivo sulle masse. 

Ne Il matrimonio che vorrei, (Hope Springs 2012) di David Frankel (già regista de Il Diavolo veste Prada) la vicenda prende le mosse dal tentativo di salvare un matrimonio e recuperare la propria sfera sessuale da parte di una coppia di mezza età formata da due fuoriclasse: Meryl Streep e Tommy Lee Jones che, con l’aiuto di un terapista (e la scena in cui lei dovrebbe familiarizzare con la fellatio usando una banana è molto esilarante) cercano di rinvigorire una relazione monotona e stantìa.

Dello stesso anno Marigold Hotel, (2012) per la regia di John Madden (quello di Shakespeare in Love). I personaggi qui sono addirittura sette, ognuno con una caratteristica diversa, ma tutti decisi a non sentirsi vecchi o almeno un po’ più giovani di quel che sono, compresa una straordinaria Maggie Smith (che giovane non è stata mai, neanche a 15 anni). L’incontro tra i personaggi avviene in India, e si sa, quando si è lontani da casa in un luogo esotico, si è più propensi a lasciarsi andare. C’è anche Tom Wilkinson, un attempato omosessuale in cerca di un suo antico amore. L’abbraccio tra i due amanti ritrovati conferma che il desiderio sessuale non svanisce con l’età.

Il tema dell’omosessualità è presente anche in Beginners, (2010), per la regia di Mike Mills, interpretato da Ewan McGregor e Christopher Plummer che per questo ruolo ha vinto sia l’Oscar che il Golden Globe come non protagonista. Interpreta un irreprensibile padre che a 79 anni decide di rivelare al figlio la propria omosessualità a lungo nascosta, stanco di essere un gay “nell’armadio”. Così si butta a capofitto nella sua nuova vita a caccia di un’avventura auspicando che possa diventare una relazione. Nel film il tabù non appare mai essere l’età: essa viene trattata con naturalezza, dimostrando quanto sia naturale avere certi desideri in ogni fase della vita. Il figlio, Inizialmente sorpreso di questo coming out  tardivo, assiste al radicale cambiamento del padre che inizia a frequentare locali, andare alle feste e finanche a fidanzarsi con un ragazzo molto più giovane di lui.

In Cloudburst – L’amore tra le nuvole (2011) di Thom Fitzgerald, (che nel 1997 aveva debuttato con il bel Il giardino dei ricordi), mescolando commedia e dramma, e sorretto da due attrici straordinarie come Olimpya Dukakis (vincitrice dell’Oscar nel 1988 per il suo ruolo in Stregata dalla luna) e  Brenda Fricker (l’attrice irlandese, vincitrice dell’Oscar alla miglior attrice non protagonista nel 1990 per l’interpretazione ne Il mio piede sinistro) danno vita ad una coppia di anziane lesbiche che fuggono dalla casa di riposo dove risiedono e volano in Canada a sposarsi. Si ride e si piange, come si suole dire.

Purtroppo invecchiare significa anche fronteggiare gli acciacchi del tempo e le malattie, che nel peggiore dei casi possono essere letali. Quindi è inevitabile che questi film debbano fare anche i conti con questo fattore.

Come la coppia lesbica in Deux -Due (2019) un bellissimo film drammatico, diretto da Filippo Meneghetti, con Barbara Sukowa e Martine Chevallier. Un film tenerissimo che mette in luce le molteplici problematiche in cui incorre una coppia che per svariate ragioni è costretta a vivere nella clandestinità, quando una delle due si ammala ed è ricoverata in ospedale. 

Love is strange

A fare da perfetto contraltare a questo film, abbiamo l’americano Love is Strange (I toni dell’amore 2011) di Ira Sachs (regista di Passages, ora in sala) con Alfred Molina e John Lithgow, una coppia gay che vive insieme da 39 anni. la prima scena del film li vede dormire insieme abbracciati, con le ganbe intrecciate, come è intrecciata la loro quotidianità in un appartamento di Manhattan. Ben è un artista mentre George è insegnante di pianoforte e dirige il coro dei ragazzi di una scuola cattolica. Tutto va bene fin quando non decidono di sposarsi, al ché tutto il loro mondo gli crollerà addosso. La scuola cattolica, che aveva dimostrato tanta apertura mentale, licenzia George in tronco per aver pubblicamente ufficializzato quello che secondo loro può essere tollerato solo se rimane nella sfera privata. 

Amour (2012) Palma d’oro al festival di Cannes e Oscar per il miglior film straniero, è diretto dal regista austriaco Michael Haneke, quello per intendersi de La pianista. E vede due mostri sacri del cinema francese come Jean-Louis Trintignant (l’indimenticato protagonista de Il Sorpasso e Il Conformista) e la meravigliosa  Emmanuelle Riva (Hiroshima Mon Amour) nei panni di una coppia di ottantenni, insegnanti di musica in pensione. Quando lei ha un malore, la stabilità del rapporto tra i due viene messa a dura prova. Un film disperatamente sincero sulle dinamiche di una coppia anziana, sull’amore che rimane, sulla tenerezza e la complicità, fino alla fine.  

Una trama analoga quella di Vortex del regista francese  Gaspar Noé. Un film del 2021 con Dario Argento per una volta attore, e Françoise Lebrun, (che nel ’73 fece innamorare più di una generazione nel ruolo di Veronika ne La Mamain et la Putain). Questa volta è l’Alzheimer ad irrompere bruscamente come solo lui sa fare, nella tranquilla vita di una coppia di lungo corso con in più un figlio con problemi di tossicodipendenza (si sa che le sfortune non vengono mai da sole). Sono di una tenerezza infinita questi due vecchietti alle prese con le medicine, con i badanti e con i ricoveri coatti. Ci è dato pure di vedere Dario Argento, dall’alto dei suoi 80 anni e passa, farsi la doccia (ironico epigono di Edwige Fenech), cosa invero che supera per certi versi le paure ancestrali che ci ha fatto provare con i suoi film, da Profondo Rosso in poi. Mentre ahimé non assistiamo al coito tra i due amanti. Sarà per la prossima volta. Eppure era lo stesso Gaspar Noé che aveva rivelato di sé un’indole da perfetto Voyeur immortalando Monica Bellucci e Vincent Cassel fare l’amore (per davvero?) in Irreversible. Chissà perché stavolta non se l’è sentita. 

Wolke 9

Non ci viene risparmiato nulla invece nel cult-movie Settimo cielo (Wolke 9 del 2008) del regista tedesco Andreas Dresen. Se fino ad ora nessuno si era spinto così oltre, lui lo fa. Dopo aver vinto nel 2002 l’Orso d’argento al Festival di Berlino con Catastrofi d’amore, in cui già indagava le dinamiche all’interno del matrimonio, questa volta torna ad affrontare lo stesso argomento ma lo fa parlando di una coppia anziana.

L’amore sboccia inaspettato e irruento tra una coppia di anziani, Inge, poco più di 60 anni e Karl, di 76. Lei, dapprima restìa, in seguito si lascia andare a una passione impetuosa.  E’ forse la prima volta nella storia del cinema che vediamo scene di sesso esplicito tra anziani rappresentato per quello che è, con la pelle avvizzita, i seni cadenti, le macchie di fegato sulle mani. Eppure c’è una poesia, un’autenticità rara in questo film.

Dialoghi stringati, assenza di musica, quasi fosse un film dei fratelli Dardenne, ciò nonostante restiamo incollati allo schermo, rapiti dall’autenticità di questa storia. Inevitabilmente ci rendiamo conto che più che il sesso tra anziani, il vero tabù è proprio l’idea di diventare vecchi. Ci immaginiamo come saremo noi tra qualche anno e ci rendiamo conto, finalmente, che la vita merita di essere vissuta appieno, in tutte le sue fasi e che, dal momento che pare ormai certo non ci sia nessun paradiso ad aspettarci, tanto vale godercela fino in fondo. Ruga dopo ruga. 

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Palermo è la mappa del mio corpo

Un diario pieno di coordinate alla ricerca di ricordi, aspettative e identità, nella capitale più LGBTQIA+ della Sicilia. Il racconto intimo e personale di un pugliese, per metà tunisino, che lascia la sua terra per un posto tutto nuovo: la Palermo di oggi.

Nicolò Bellon
Guida agli uomini passati di qua

Tra le note di Milva e Dalla, tra le strade di Roma e Biella, il giovane scrittore Nicolò Bellon disegna una mappa di ricordi, sentimenti e malinconie.

Alessandro Michetti
Chieti, la provincia che vive in mille città

Vivere l’identità LGBTQIA+ nei piccoli centri e il bisogno di spazi sicuri e protetti dall’omotransfobia: un’intervista al consigliere Arcigay di Teramo, Fabio Milillo.

Edoardo Tulli
Per una città diversa in una società di uguali

Una lotta che dal 1994 arriva a oggi: un progetto di riqualificazione per rompere i confini e accogliere la comunità del Palazzo Mario Mieli nel quartiere San Paolo a Roma.

Giacomo Guccinelli
Asessualità e aromaticismo. Identità politiche e narrativa dell’assenza

Le persone aroace, asessuali e aromantiche, sono identità che problematizzano, mettono in dubbio e si sottraggono da ciò che la maggioranza pensa sia normale all’interno delle dinamiche relazionali. Disegnando nuove geografie dei rapporti.

Simone Gambirasio
Corpi disabili, corpi invisibili

I luoghi di visibilità LGBTQIA+ sono davvero così accessibili per le persone con disabilità?

Antonia Caruso
Occhio non vede, cuore non vota

L’invisibilità si crea con l’esclusione dal campo visivo, è un processo attivo e selettivo per annullare l’essenza dell’altro. Ed è soprattutto all’interno della popolazione trans che troviamo un gatekeeping interno.

Stephan Mills
Il mio corpo intersex invisibile

Perché così poche persone conoscono la realtà intersex? E’ tempo di rendere più visibile una realtà ancora troppo poco conosciuta: quella dei corpi intersex. Un percorso di lotta per ottenere i cambiamenti desiderati e di accettazione degli aspetti che non vogliamo cambiare. 

Egizia Mondini e Alessandro Michetti
L’editoriale: Invisibili

Essere visibili è un atto politico, di autoaffermazione, autodeterminazione e affrancamento, ma anche un’urgenza esistenziale, oltre che di condivisione. Perché “fuori dalla collettività c’è solo la mitomania”. 

Aldo Mastellone
Comunità trans nello sport: quando rendersi visibili è rivoluzione

La situazione delle persone LGBTQIA+ nello sport agonistico. Intervista a Guglielmo Giannotta, Presidente di ACET, Associazione per la Cultura e l’Etica Transgenere.

Ambra Angiolini
Come la politica e l’economia sfruttano la nostra invisibilità

Far tornare le nostre diverse identità gli unici luoghi davvero interessanti da visitare, è la rivoluzione che dobbiamo mettere in atto.

Francesco Lepore
Sacerdoti omosessuali al bivio

Da una voluta invisibilità al bisogno di coming out. Anche in Vaticano.

Daniele Coluzzi
L’omosessualità nella letteratura italiana: una storia di invisibilità

Da Michelangelo a Tasso, come gli artisti hanno usato le loro opere per celebrare i propri amori.

Paolo Di Lorenzo
Il “cucciolo” che spaccò l’America in due

Il coming out di Ellen DeGeneres e una Hollywood piena di armadi che non fu più la stessa.

Loredane Tshilombo
Black Queerness: quando sei abituato a essere invisibile

Nella presunta visibilità queer conquistata c’è l’invisibilità delle persone non bianche: il dibattito politico e la sfida del rispetto sociale in una società che riesce a convivere con più di venticinquemila persone black and brown morte o disperse nel Mediterraneo negli ultimi dieci anni.

Luca de Santis
Come sta cambiando l’identità fascista

I simboli nostalgici si legano a felpe alla moda, gli smartphone branditi al posto di bibbie e crocifissi, spariscono le divise militari scoprendo corpi muscolosi e cappelli di pelliccia. “Etero Pride”, “All lives metters”, “Libertà di essere madri”: i nuovi fascisti si appropriano dei nostri riferimenti e delle nostre parole, per mostrarsi più accettabili ma mantenendo gli strumenti di sempre: violenza e oppressione.

Luca Ragazzi
Quando il cinema queer era invisibile, o quasi

Veloce rassegna dei film italiani che hanno contribuito alla lotta per i diritti LGBTQIA+.

Matteo Albanese
Bisessualità: un orientamento doppiamente al margine

Secondo la comunità gay e lesbica, i bisessuali sono uomini gay velati e le bisessuali donne etero opportuniste. Secondo la società eterosessuale le persone bisessuali sono ingorde e insaziabili a livello sessuale, più portate alla promiscuità e alla non-monogamia. Non c’è da stupirsi che il pensiero bisessuale sia praticamente sconosciuto in Italia. Più invisibilità di così…

Mohamed Maalel
Non sono più un uomo

Un racconto inedito che parla di multiculturalità, identità, invisibilità.

Ali Bravini
Fuori dai binari: una prospettiva che sfida le convenzioni di genere

Se un Dio esiste è sicuramente non binario. Allora chi siamo noi umani per pretendere di doverci descrivere come maschi o femmine? E’ necessario restituire consistenza a prospettive invisibilizzate da un binarismo imposto che da secoli caratterizza la nostra cultura e spesso anche la visione della nostra comunità LGBTQIA+.

Roberto Gualtieri
40 anni di storia nella città di Roma

L’obiettivo dell’Amministrazione romana è quella di rendere la città sempre più accogliente, giusta e in ascolto. Una sfida che deve essere vinta assolutamente.

Egizia Mondini e Alessandro Michetti
The Luxurian Age of Muccassassina

Intervista a Vladimir Luxuria, ex direttrice artistica di Muccassassina. Per scoprire come nasce un mito.

Antonia Caruso
In questa notte tutte le vacche sono gay

Chissà se a Mario Mieli avrebbe fatto piacere diventare mariomieli, martire, eroina, poeta e anche stencil. Antonia Caruso ha tratteggiato per noi un suo personalissimo ritratto, irriverente, ironico, punk, di quel Mario Mieli di cui portiamo il nome da 40 anni. Un Mario Mieli eccessivo ma mai eccedente. 

Monica Cirinnà
Unioni civili, divisioni politiche

Più che il percorso di una legge, un’epopea omerica, fatta di insidie, tradimenti e successi che alla fine hanno portato al (desiderato?) approdo. A ripercorrerlo insieme a noi è Monica Cirinnà.

Mario Colamarino
Il Mario Mieli è di nuovo Aut

Il Magazine del Circolo è tornato in circolazione, stavolta on line. Il Presidente del Circolo Mario Mieli, in veste di editore, ci spiega la spinta che ha portato a questo ritorno.

Isabella Borrelli
Si è fr**i anche per il culo degli altrə

Chi era Mario Mieli? L’intellettuale, il filosofo, lo scrittore, l’avanguardista? A proporci una sua rilettura è Isabella Borrelli, attivista lesbofemminista intersezionale.

Vanni Piccolo
Da AMOR al Mieli

Il Circolo Mario Mieli secondo Vanni Piccolo, presidente dal 1984 al 1990.

Deborah Di Cave
La storia di un circolo a cui devo anche un po’ la mia

La prima presidentessa nella storia del Mario Mieli ci racconta il suo Circolo.

Sebastiano Secci
Pride e Resistenza

Era il 2019 e gridavamo: chi non si accontenta lotta. A raccontarcelo, l’allora presidente Sebastiano Secci.

Rossana Praitano
Anniversario di rubino

Rosso come il rubino simbolo di quest’anniversario e come la passione per l’attivismo politico della ex presidentessa Rossana Praitano

Emiliano Metalli
Teatro di lotta: Norme, Traviate e Mieli on stage

Una retrospettiva su Mario Mieli drammaturgo. Perché sì, fu anche questo.

Emiliano Metalli
Mario Mieli autore, regista, costumista, scenografo, truccatore: qualcosa di magico

Osserviamo Mario Mieli attraverso la lente del teatro: una figura di intellettuale complesso, agitatore culturale, politico dissacrante, controcorrente, avanguardista, spesso inarrivabile e in anticipo su temi e metodologie. 

Francesco Paolo Del Re
Dalla Luna ai Faraoni, fotografando il mio amico Mario

Regista, autrice di documentari, giornalista: Maria Bosio era amica di Mario Mieli e l’autrice di alcune delle fotografie più famose dell’intellettuale. Questa è un’intervista esclusiva per Aut nella quale ci racconta un Mario Mieli inedito, da vicino.

Ilaria Di Marco
Una rivoluzione che ha ancora molto da dire

Dal 28 giugno al 30 luglio, alla Pelanda di Roma, la mostra RIVOLUZIONARI3 — 40 anni del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli. Ce ne parla la curatrice.

Egizia Mondini
L’editoriale

Siamo tornati a casa.

Chiara Sfregola
Orgoglio all’italiana

Siamo in marcia da quasi 50 anni ma la meta non l’abbiamo ancora raggiunta. Chiara Sfregola ripercorre per noi la storia del pride in Italia, attraverso le parole di chi queste manifestazioni ha contribuito a organizzarle, animarle e, in primo luogo, immaginarle.

Cristina Leo
Transgender: guerrier* senza corazza

“La pratica femminista dell’autocoscienza, del partire da sé, mi impone di parlare per me stessa, non per le altre e gli altri, ma semmai insieme alle altre e agli altri”.

Claudio Mazzella
Il Pride al tempo del Covid

Il Pride del 2021 fu quello del ritrovarsi, del guardarsi finalmente non più attraverso uno schermo o con la linea che cade continuamente. Tornavamo a toccare, stringerci e guardarci negli occhi.

Egizia Mondini
The Greatest Show Ever

Intervista a Diego Longobardi, direttore artistico di Muccassassina dal 2005.

Leila Daianis
Il colpo d’ala della libellula

È il 1978. Un nuovo paese, una vita nuova. Più facile? Decisamente no. Ma ho cercato di fare la differenza. E forse ci sono riuscita.

Imma Battaglia
La politica, la passione, il World Pride

Nel suo nome quasi un destino: Battaglia. Contro quello che ritiene ingiusto, a favore di chi non può difendersi. Ci racconta il suo più grande successo: il World Pride del 2000 a Roma.

Marilena Grassadonia
Sulla strada dei diritti

Il saluto e l’augurio di Marilena Grassadonia, Coordinatrice Ufficio Diritti LGBT+ di Roma Capitale.

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