AUT Magazine

Genitori fuorilegge intergalattici

di Alessandro Michetti
Da padri a criminali universali. Con la Legge Varchi, in Italia, la gestazione per altri è diventata reato ovunque nel mondo, paragonata a crimini come il genocidio. Padri fuorilegge, appunto. Ne parliamo con Cristiano Giraldi, papà di due figli e membro del direttivo di di Famiglie Arcobaleno, che racconta cosa significa crescere una famiglia sotto attacco legislativo e culturale. Una testimonianza potente di amore, resistenza e diritti negati.
Cristiano Famiglie Arcobaleno

Da qualche mese, all’interno della nostra comunità, non c’è nessuno più “fuorilegge” dei papà gay, ovvero quei papà che sono diventati genitori attraverso un percorso  di gestazione per altri (GPA). Dal 16 ottobre infatti il governo Meloni ha classificato la GPA reato universale. Sì, avete letto bene. R E A T O U N I V E R S A L E.

C’è sempre un risvolto involontariamente ironico nelle risoluzioni dei governi “sovranisti” (di ogni epoca e latitudine) che, il più delle volte, fa precipitare una questione dal piano reale a uno più grottesco, blackmirroriano. Ci viene in mente la scelta durante il fascismo di chiamare Minculpop un ministero al quale affidare la rettitudine virile dei propri studenti e quella di definire, con un incommensurabile presuntuosità di vedute, UNIVERSALE un reato inventato da un piccolo paese, di un piccolo continente, di un microscopico pianeta che gravita in un cosmo infinito (il nostro). Ma si sa, le nuove teorie scientifiche tendono a dare per certa la vita anche su altri pianeti e quindi possiamo capire la premura del governo Meloni di arrogarsi il diritto di legiferare anche per forme di vita aliene, mettendo così fuori legge eventuali concepimenti di marziani tramite apparati riproduttivi venusiani. 

Ne abbiamo parlato con Cristiano Giraldi, membro del direttivo di Famiglie Arcobaleno e papà, insieme al suo compagno, di due figli. Insieme abbiamo cercato di capire cosa succede, cosa significa e come si ripercuote questo nella vita di una famiglia.

***

Cristiano, con la Legge Varchi la GPA, in Italia, verrà perseguita al di là di confini orbe terraqueo? E con quali pene?

Il 16 ottobre 2024 è stata approvata in Senato la legge 169, c.d. Legge Varchi, dal nome della deputata prima firmataria. Con questa legge, che non fa altro che ampliare la portata applicativa di un divieto già esistente in Italia all’interno della Legge 40 del 2004, si vuole criminalizzare chiunque porrà in essere la condotta di Gestazione per Altri, anche al di fuori del territorio italiano… aldilà dei confini nazionali, insomma, fissando delle pene che vanno dalla reclusione, da 3 mesi a due anni, alla multa da 600 ad 1 milione di euro. La portata applicativa di questa legge è  assurda… con questa norma si vuole criminalizzare chiunque realizzi o pubblicizzi questa fattispecie, anche in paesi in cui è perfettamente legale e regolamentata, istituendo una nuova casistica di reato universale. Per capirci meglio, nel nostro ordinamento reati di questo tipo sono: il genocidio, la pedofilia e cose di una gravità inaudita che, proprio per questa ragione, hanno un impatto talmente importante sulla comunità internazionale al punto di sentire l’esigenza di punirli al di fuori dei confini nazionali in cui vengono commessi. Da novembre 2024, data della pubblicazione di questa legge in G.U., mettere al mondo un figlio attraverso questa forma di procreazione medicalmente assistita è  diventato un reato universale. Quel giorno, quando la maggioranza, che ricordiamo ha in Parlamento i numeri per fare tutto e il contrario di tutto, ha approvato questa legge, eravamo tutti lì ad assistere alla discussione in aula ed è stata una bruttissima pagina per la nostra democrazia, per la nostra comunità tutta, ma soprattutto per noi padri gay. E’ evidente, sebbene la destra urli il contrario, che questa sia una legge fatta appositamente per colpire noi, omosessuali non ritenuti idonei e all’altezza di essere genitori e per questo hanno operato un tentativo di sterilizzazione politica collettiva. I miei figli erano con me a guardare la diretta e mia figlia ricordo ancora che mi disse “Papà ma perché ci odiano così tanto?”. Avevo le lacrime agli occhi perché forse per la prima volta i miei figli avevano realizzato davvero quanta cattiveria è riversata contro le nostre famiglie e quante bugie e falsità instillano nella collettività che poco o nulla sa delle nostre famiglie. La maggior parte delle persone non sa nemmeno pronunciare il termine omogenitoriale e, spesso, solo chi ha nel proprio entourage stretto un amico, un conoscente, un parente sa di cosa parliamo. La destra al potere è proprio su questo che gioca, è proprio lì che lavora: sull’ignoranza intesa come non conoscenza, delle persone comuni, spostando il dibattito lontano da quelli che sono i veri problemi del paese.

Per spiegare bene e dare concretezza al tutto: con il mio compagno siamo genitori di due figli nati nel 2014 grazie ad una GPA negli Stati Uniti. I nostri figli sono nati dopo un lungo percorso di consapevolezza, scelta reciproca di tutte le parti coinvolte e frutto di un progetto di genitorialità e amore ben meditato perché, diciamocelo chiaramente, i nostri figli non nascono mai per caso. Ecco, se noi avessimo realizzato questo all’indomani della legge Varchi saremmo stati perseguibili in Italia e come tali imputabili per il solo fatto di aver, consapevolmente e con amore, scelto di essere genitori assumendoci tutti i doveri che questo implica. Se i nostri figli fossero nati oggi saremmo probabilmente incriminati e ci dovremmo difendere nelle aule dei tribunali per la nostra scelta d’amore. In che termini? chi può dirlo! Da quel che sappiamo ancora nessuno è stato inscritto nel registro degli indagati per tale fattispecie, quindi non sappiamo come i giudici si comporteranno davanti a questo, ma una certezza l’abbiamo: una legge è stata varata e sicuramente ci saranno delle conseguenze. Quello che possiamo immaginare è che la prima coppia che sarà incriminata passerà molti anni a difendersi nelle aule di giustizia, togliendo tempo, soldi ed energie a ciò che davvero conta: crescere e amare i propri figli. Sappiamo anche che quella coppia quasi certamente sarà composta da due padri perché di solito quando sono le coppie eterosessuali ad avvalersi della GPA – e lo ricordiamo, il 90% delle coppie che ricorrono alla GPA sono proprio eterosessuali – non hanno alcun interesse a dirlo, mentre per noi uomini tacerlo è evidentemente impossibile. Per quel che mi riguarda non ho mai sentito minimamente il desiderio di nasconderlo, non ritengo di avere nulla di cui vergognarmi, i miei figli sanno la verità, conoscono il modo in cui sono venuti al mondo, conoscono la nostra portatrice con la quale abbiamo un ottimo rapporto e sono piuttosto sereni al riguardo.

Oltre l’aspetto giuridico, quanto pesa anche al livello sociale e culturale diventare all’improvviso dei “criminali”? Quanto questo influisce anche sulla serenità delle figlie e dei figli di genitori LGBTQIA+?

Ecco questo è l’aspetto che a me pesa di più. Essendo padre di due figli preadolescenti è chiaro che non ho il problema diretto dell’incriminazione, tutti sappiamo che la legge penale non può mai essere retroattiva ma ovviamente avere sulla testa lo stigma di criminale, e i miei figli quello di essere il frutto di un reato universale, ha il suo peso specifico non indifferente. Nella vita ho sempre cercato di avere una condotta integerrima, di essere una persona onesta, con dei valori e degli ideali che quotidianamente sto cercando di trasmettere ai miei figli e questo ovviamente non va per niente d’accordo con il concetto di criminale. Loro alle volte si chiedono perché tutto questo sbattimento, perché i propri genitori siano sempre lì a raccontare di loro, a fare divulgazione, perché ogni due per tre abbiamo i giornalisti in casa. I bambini sono molto diretti e semplici. Una volta erano venute delle giornaliste a casa per scrivere un pezzo sull’operato del Governo Meloni contro le famiglie omogenitoriali. Mio figlio, che aveva accettato di rispondere a delle domande, ancora prima di inziare disse alla giornalista “Ma perché non ci lasciano in pace, noi abbiamo due padri e siamo molto felici di questo, stiamo bene così, non abbiamo una madre e non ci interessa averla, cos’è che non capiscono?“. La giornalista sorpresa rispose “Ok, per me può bastare. Io ho il pezzo“. Se un giorno qualcuno li attaccherà perché appunto figli di un crimine, per quanto loro siano sereni della loro storia, non avranno una legge a tutelarli, non avranno uno Stato al quale rivolgersi e dovranno gestire da soli questo stigma. Uno Stato che dovrebbe proteggere e tutelare i propri cittadini, ancor più una minoranza, ha di fatto operato una discriminazione, siamo tornati indietro, un po’ a quello che accadeva un tempo con i figli nati fuori dal matrimonio, i cosiddetti figli naturali che non avevano appunto gli stessi diritti dei figli legittimi. È dura. E’ dura sapere di non avere armi per difendere i tuoi figli davanti ad una cosa così profondamente ingiusta. Del resto viviamo in uno stato ingiusto. Basti pensare che siamo costretti ad adottare i nostri figli, quelli che sono già nostri, quelli che senza di noi non sarebbero mai nati. È l’unico modo affinché entrambi noi padri si possa legalmente esercitare la responsabilità genitoriale. Se pensiamo a questo, capiamo quanto peserà ancora di più lo stigma di criminali perché appunto dovremo sempre avere qualcosa da dimostrare: essere buoni padri, persone corrette, aver sempre agito nell’interesse dei nostri figli. E tutto questo davanti a giudici, assistenti sociali, psicologi che saranno lì a giudicare sull’idoneità della nostra genitorialità! Siamo come tutte le altre famiglie, stessi casini, stessi stress, stesse ansie e anche noi possiamo separarci o intraprendere strade sbagliate, ma il fatto di avere dietro l’angolo quella legge a ricordarci che siamo criminali rende la gestione della complessità della vita ancora più faticosa. La recente sentenza della Corte Costituzionale che riconosce le coppie di donne ricorse alla Procreazione Medicalmente Assistita all’estero, come mamme fin dalla nascita dei figli, ha introdotto di fatto l’omogenitorialità nell’ordinamento italiano e questo mi auguro sia solo il primo passo per abbattere il muro  che oggi ci definisce criminali.

Che sia un risoluzione ad hoc elaborata per colpire direttamente una delle scelte di maggior emancipazione della comunità, è evidente. Ma al di là degli atteggiamenti fobici di questo governo, come siamo arrivati a tutto questo?

E’ in atto da molto tempo un programma geopolitico a livello globale. Basta guardare ciò che sta accadendo nel resto di Europa e del mondo. Basti pensare all’Ungheria di Orban dove per legge è stato vietato il Pride. Basti pensare alla lontana, ma non troppo, America di Trump, dove con i suoi ordini esecutivi sono stati assunti una serie di provvedimenti contro la comunità LGBTQIA+, con i quali il Presidente americano ha voluto cancellare le identità di genere non binarie, eliminando la possibilità di emettere i passaporti con l’opzione X per coloro i quali non si riconoscevano nel maschile e nel femminile; ripristinando la classificazione biologica del genere nelle politiche federali; vietando la carriera militare alle persone Trans; fermando le cure per i bambini e adolescenti trans vietando i percorsi di affermazione di genere per i minori; perando lo smantellamento dei programmi DEI, ossia di quei programmi introdotti per combattere le discriminazioni razziali e di genere; vietando alle ragazze e donne trans di prendere parte alle competizioni sportive a scuola e nelle università; cancellando la comunità LGBTQIA+ dai documenti scientifici, confermando così l’esistenza di solo due sessi; bloccando gli studi anti HIV…  Per non parlare della Scozia dove con una sentenza si è affermato che il termine donna possa riferirsi esclusivamente a chi nasce biologicamente nel sesso femminile. Tutto questo ci fa capire che è in atto, da tempo, una vera e propria avanzata oscurantista delle destra più estreme e il nostro paese si inserisce perfettamente in questa cornice. Sappiamo bene che anche da noi c’è un vero e proprio lavoro militarmente e capillarmente costruito che mira a gettera calunnie sulle nostre vite, cercando di smantellare quel minimo assetto di diritti civili ottenuti con fatica negli anni. Basti pensare alla fantomatica lotta alla Teoria Gender nelle scuole, che vi confido, da padre di figli che le frequentano, da attivista e da uomo italiano gay: ancora non ho capito cosa siano. Se oggi siamo a questo punto, con una legge che vieta la GPA rendendola reato universale, con una circolare Sasso con il quale si vuole vietare ogni forma di educazione affettiva nelle scuole in un momento in cui i crimini contro le donne e contro la nostra comunità stanno paurosamente aumentando, una circolare Piantedosi con la quale si intimava a tutti i sindaci italiani di smettere di registrare alla nascita i nostri figli, ecco tutto questo non accade dall’oggi al domani, ma è frutto di un disegno che spesso le famose associazioni antiscelta conoscono molto bene e che purtroppo, foraggiate da fondi non troppo chiari, hanno anche la forza di attuare.

Qual è la strategia che Famiglie Arcobaleno sta mettendo in atto per contrastare tutto questo?

Sono in Famiglie Arcobaleno da tantissimi anni e nel Direttivo da ottobre 2024. Famiglie Arcocobaleno, tra le altre cose, ha sempre lottato per la piena uguaglianza di tutte le realtà famigliari, affinché tutti noi potessimo riconoscere i nostri figli alla nascita, come avviene per tutti i bambini. All’indomani dell’approvazione della legge Varchi abbiamo organizzato siti-n in tutta Italia per urlare a gran voce l’ingiustizia della legge e che, appunto, siamo famiglie e non reati. L’attività di divulgazione e conoscenza non si è mai fermata: l’anno prima dell’approvazione delle legge è stato organizzato un convegno alla Camera proprio sulla GPA dove diversi relatori si sono alternati e hanno parlato cercando di far capire che la GPA non è un mostro e che, se regolamentata, tutelando tutte le parti coinvolte e compiuta secondo percorsi etici, può davvero dar vita a storie meravigliose. Insieme all’Associazione Luca Coscioni è stata depositata una proposta di legge che vuole introdurre la forma di GPA altruistica. Ovviamente è ferma li ma intanto è stata depositata e questa mi sembra una grandissima forma di lotta attiva. Allo stato attuale, come avviene per tutti i diritti civili, resistere è fondamentale. Come dicevamo prima, la maggioranza di destra, ha i numeri per fare qualsiasi cosa quindi riuscire a cambiare lo stato dell’arte in questo momento è davvero complicato ma ovviamente la nostra attività politica, il nostro essere sempre in prima linea per raccontare la verità delle cose non si fermerà e saremo pronti a farlo in ogni momento in cui la dignità delle nostre famiglie sarà infangata. Sappiamo di essere dalla parte giusta della storia e lotteremo affinché anche la legge arrivi a riconoscerlo in modo pieno, senza più alcuna differenza. I nostri figli e quelli che nasceranno hanno il diritto di vivere in un paese che gli dia piena legittimazione, altrimenti un diritto diventa un privilegio e questo non può e non deve esistere. Aver assistito a quella pagina di storia fondamentale che è stata scritta dalla Corte Costituzione pochi giorni fa è stata un’emozione enorme e per quanto non riguardi strettamente noi padri, bensì le mamme, ha ancora di più sottolineato come l’attività di Famiglie Arcobaleno sia fondamentale. Dobbiamo lottare ancora più intensamente per la parità dei diritti affinché per quanto bello sia l’aggettivo Arcobaleno acconto a Famiglie, noi tutti si possa diventare solo Famiglie. Questo è il Pride Month: saremo presenti in tutte le piazze per rivendicare politicamente le nostre istanze e ribadire ancora una volta che non arretreremo nemmeno di un passo, nessuno potrà fermarci, nemmeno una legge che tende a criminalizzarci.

Nel mondo reale, come genitore e quindi con una visione anche sul quotidiano del prendi-porta-scuola-sport-vacanze, cosa percepisci dagli altri genitori che incontri? Che tipo di opinioni senti nell’aria?

Nonostante tutto sento un aria abbastanza pulita. Spesso si sente dire che la società è più avanti delle politica, be’ è proprio così. Non fosse altro che per inconsapevolezza. Cioè le persone danno per scontato che noi abbiamo tutto quello che hanno loro quindi alla fine non ci pensano nemmeno a quante cose ci mancano. La battuta spesso è “Ma perché dopo 23 anni non vi sposate?“, riferendosi a me e al mio compagno. Le persone non hanno una reale percezione di come stiano realmente o le cose e quando dico che noi non possiamo sposarci mi rispondono “Ma se io sono andato ad un matrimonio di un mio amico!“. E quindi mi trovo a spiegare che per noi è stato previsto un istituto apposito, dal quale hanno puntualmente tolto tutto il capo della filiazione e il dovere di fedeltà previsto per il matrimonio… Oppure quando mi hanno chiesto come mai i gemelli avessero cambiato cognome, ho dovuto spiegare che dopo la concessione della stepchild adoption è così che funziona e nessuno immaginava che prima di questo io potessi risultare un padre single! Insomma, nonostante noi viviamo una realtà assolutamente sovrapponibile a quella di molti, le persone intorno a noi non riescono a capire cosa ti manca perché ai loro occhi tu sei come loro, arrivi tardi a scuola, stai a casa il fine settimana perché ai bambini viene la febbre, corri a destra e sinistra per far quadrare tutto, ma soprattutto sei un genitore esaurito come tutti loro e quindi proprio non ce la fanno a capire, e ogni volta sembra che racconti delle assurdità quando parli dei diritti mancati. Politicamente è tutta un’altra storia: nonostante il tanto operato ancora non si ha piena consapevolezza dei diritti mancanti e questo ti fa capire quanto sia importante ancora scendere in piazza, parlare, metterci la faccia senza nascondersi, senza avere paura e soprattutto non tirarsi indietro nei racconti nemmeno quando non si ha particolare voglia. Perché sembra scontato che noi lo si debba fare, ma alle volte è molto faticoso, alle volte vorresti stare in silenzio, alle volte non hai tutto questo desiderio di fare atto politico semplicemente uscendo per strada e tenersi tutti e 4 per mano come una qualunque altra famiglia.

Crede che questa legge sarà un reale deterrente per quanti della nostra comunità vogliono perseguire la scelta di diventare genitori?

Io posso rispondere di pancia, NO. Chi ha davvero forte il desiderio di diventare genitore non si fermerà. Io non mi sarei fermato. Desideravo diventare padre più di ogni altra cosa al mondo e non credo che se al tempo ci fosse stata questa legge mi sarei fermato. Avrei trovato il modo, affrontando dopo al rientro, tutte quelle conseguenze con la verità e l’orgoglio di ciò che avevo fatto, con l’ambizione forse di cambiare lo stato delle cose. Probabilmente ci saranno delle persone nella comunità che si faranno fermare ma del resto anche una GPA non è che sia proprio una passeggiata di salute, anche se non ci fosse una legge a vietarla! Io penso che chi desidera questo progetto continuerà a farlo e partirà per quel che io definisco da sempre il viaggio della vita. Lo stesso farà chi ha nel cuore questo desiderio ma ancora non la lucidità per realizzarlo. Del resto la storia ci insegna: quando l’aborto era vietato, le donne abortivano lo stesso, alle volte a caro prezzo. Non è il proibizionismo la strada giusta ma la regolamentazione, e questo dovrebbero capirlo tutte quelle associazioni antiscelta che si battono per tornare all’impossibilità di praticare un aborto in condizioni di massima tutela. La via del proibizionismo ha normalmente segnato reazioni opposte, e forse lo farà anche questa legge strumentale e ideologica. Del resto il vento del cambiamento non si può fermare con le leggi e la macchina si è messa in moto, nessuno potrà fermarla, nemmeno la destra più becera e oscurantista.  Ci vorrà più tempo, ci vorranno strade nuove, che saranno più in salita, ma alla fine noi tutti nella nostra comunità siamo abituati a lottare e non ci fermeremo certo oggi. Come abbiamo urlato a Roma nella piazza della manifestazione del 17 maggio, una nuova alleanza si è creata, perché questa volta abbiamo chiaro che se toccano uno, toccano tutti e questo porterà inevitabilmente ad un cambiamento. Voglio crederci, sarà così, lo devo a me stesso, lo devo alla mia vita, a quella di tutte le persone che prima di me l’hanno perduta per lottare per i propri ideali, ma soprattutto lo devo ai miei figli, ai quali voglio consegnare un mondo decisamente migliore.  Per me questa è la forma di amore più grande.

Articoli Correlati
Egizia Mondini
Rainbow Eggs: il Pride si serve anche al cucchiaio

Anche la cucina può essere un manifesto e parlare di identità, libertà e inclusione. E’ quello che ha fatto chef Barbara Agosti, fondatrice e anima del Ristorante Eggs di Roma e Milano, ideando Rainbow Eggs, un dessert arcobaleno creato per il Pride Month. Un progetto gastronomico e un gesto concreto per ricordare che la cucina può farsi anche espressione di valori, come ci racconta in questa intervista.

Egizia Mondini
Vivere, diritto o dovere?

Da anni parliamo di autodeterminazione, di libertà di amare, di procreare. Ma c’è un diritto che, in Italia, resta ancora un tabù: quello di morire con dignità. Ne abbiamo parlato con la filosofa e bioeticista Chiara Lalli. In questa conversazione, l’attivismo diventa linguaggio preciso, radicale, necessario. Perché il dolore non si gestisce con i divieti. E la libertà vale solo se include anche il diritto di scegliere la fine. La battaglia per il fine vita non è una questione etica: è il termometro di una democrazia che vuole dirsi adulta.

Mario Colamarino
Perché il Roma Pride quest’anno è fuorilegge

Fuorilegge non è solo il tema del RomaPride 2025, è una diagnosi politica. E’ la legge stessa ad aver infranto la promessa democratica di uguaglianza, protezione e libertà per tutt3. La Rainbow Map di ILGA-Europe ci posiziona al 35° posto su 49 paesi europei, fotografia di un’Italia ormai allo sbando sul fronte dei diritti LGBTQIA+. E quando si vive in un Paese pervaso da questo clima di odio, far parte della nostra comunità significa essere esclus3, ignorat3 e non protett3 dalla legge. Rivendicare il diritto di manifestare, di scendere in piazza, di mostrare il proprio corpo e far sentire la propria voce non è un vezzo o un gesto di esibizionismo, è sopravvivenza politica, è un atto di ribellione e di resistenza.

Alessandro Michetti
Carolina Morace: nel calcio, attaccante. Per i diritti, in difesa 

Ha segnato il calcio italiano dentro e fuori dal campo. Prima giocatrice dichiaratamente lesbica, prima donna a guidare una squadra maschile, icona dello sport e ora europarlamentare, è in prima linea per i diritti. Il 28 giugno sarà a Budapest per sostenere il Pride, ufficialmente vietato dal governo ungherese. L’abbiamo intervistata alla vigilia della partenza, tra politica, visibilità e desiderio di un’Europa (e un’Italia) che non lasci indietro nessuno.

Yuri Guaiana
Fuorilegge e fuori controllo: la nuova ondata globale di repressione anti-LGBTQIA+

Un Pride vietato in Ungheria, una legge repressiva in Mali, un corpo spezzato in un fiume colombiano, una sentenza crudele nei Caraibi: sono tutte facce della stessa strategia. Criminalizzati, repressi, uccisi. Dai Caraibi all’Africa occidentale, passando per l’Europa dell’Est, i diritti delle persone LGBTQIA+ sono sotto attacco.
Dietro questa ondata globale di odio non ci sono solo governi autoritari, ma vere e proprie reti transnazionali che esportano repressione e censura.
Un’inchiesta che attraversa tre continenti e smaschera la strategia globale per cancellare l’esistenza queer. Se oggi essere LGBTQIA+ è ancora un crimine in 66 paesi, allora la nostra lotta è tutt’altro che finita.

Alessandro Michetti
Genitori fuorilegge intergalattici

Da padri a criminali universali. Con la Legge Varchi, in Italia, la gestazione per altri è diventata reato ovunque nel mondo, paragonata a crimini come il genocidio. Padri fuorilegge, appunto. Ne parliamo con Cristiano Giraldi, papà di due figli e membro del direttivo di di Famiglie Arcobaleno, che racconta cosa significa crescere una famiglia sotto attacco legislativo e culturale. Una testimonianza potente di amore, resistenza e diritti negati.

Egizia Mondini
Editoriale – Fuori dalla legge. Dentro la storia

Essere fuorilegge è diventata una condizione civile. È l’atto semplice ma radicale di esistere quando la legge si rifiuta di nominarci. È vivere con fierezza in una realtà che la politica ignora. Ma è anche – e forse soprattutto – un atto poetico: costruire linguaggio dove c’è censura, comunità dove c’è isolamento, affetto dove c’è odio. Siamo fuorilegge perché lo Stato non sa ancora scrivere leggi che parlino di noi. Ma sappiamo farlo noi: con le parole, con i gesti, con le piazze.

jkr terf
Sara Tamisari
Cara JK Rowling, o JK TERF, grazie, ma no grazie

J.K. Rowling è la mamma di un ragazzino, anzi di un intero mondo, un mondo meraviglioso che abbiamo amato, e ancora amiamo alla follia. Ma come tutte le mamme, anche lei commette errori. Anche se lei ci è andata giù pesante. Sì proprio lei che aveva aperto le menti di così tantə bambinə, che aveva creato personagge femminili tanto indipendenti, lei che ha cresciuto una, due, tre generazioni. Dal 2018, di misfatti, J.K. Rowling ne ha fatti parecchi. Allora ci domandiamo: è possibile separare l’opera dall’autrice? La seconda puntata di Galassia Clandestina è dedicata a questo argomento “scottante”, nel senso che ci brucia forte: possiamo continuare ad amare Harry Potter senza pensare alle posizioni della sua autrice?

Coordinamento Roma Pride
Il Manifesto politico del Roma Pride 2025

FUORILEGGE non è solo uno slogan. È la realtà che viviamo ogni giorno. Dal diritto alla genitorialità alla libertà di essere se stessə, dal riconoscimento delle famiglie al rifiuto della violenza di genere: il Manifesto del Roma Pride 2025 è una dichiarazione di resistenza collettiva. Se ancora non lo avete fatto, leggetelo qui. Perché se essere fuorilegge significa esistere con dignità, allora lo siamo tuttə.

Alessandro Bentivegna
Forever Young? Cronache (semiserie) della vecchiaia queer nella città che non invecchia mai

Per molti gay, il corpo non è mai stato solo carne: è stato passaporto, armatura, statement politico. Ma cosa succede quando comincia a cedere? Quando gli addominali diventano un ricordo annebbiato e i contorni del viso iniziano una silenziosa ribellione? New York è la città del futuro. Ma, per quanto corra avanti, pare dimenticarsi regolarmente una piccola verità: che il futuro, se tutto va bene, invecchia. Male, se sei gay. In una cultura che ci vuole perennemente “ready for the weekend”, essere vecchi e visibili è un atto poetico. E anche politico. Una nuova, tagliente, puntata della rubrica del nostro corrispondente da New York.

Emiliano Metalli
Pleuteri, Lidi e le dinamiche di coppia a teatro

“I ragazzi che si amano si baciano in piedi contro le porte della notte”, scrive Prévert. È questa l’immagine evocata da “Come nei giorni migliori” di Diego Pleuteri, in scena al Teatro India con regia di Leonardo Lidi, accolto da un tutto esaurito. L’esistenza, l’amore, le difficoltà, le aspettative, il sesso, il desiderio. Il tutto raccontato con naturalezza, senza enfasi sull’omosessualità, che è solo una delle variabili, non la principale. Una performance eccellente: il corpo parla prima della parola, ogni gesto è carico di senso, ogni passaggio è una variazione emotiva.

Extra-complicate
Lesbodrammi – Episodio 4: cercavi uno sguardo, hai trovato un rituale tribale (ovvero come flirtare quando lei è accompagnata da sacerdotesse del sarcasmo saffico)

Esiste una categoria umana precisa, che si manifesta soprattutto nei circoli lesbo: la cricca saffica affiatata, inossidabile, vagamente intimidatoria. Individuate singolarmente, sono dolci ed educate, ma in gruppo, cambiano. In gruppo diventano un’energia nuova: sarcastica, velocissima, tipo sitcom. Dove tu sei l’unica senza copione. Cercavi uno sguardo, e trovi una comunità, un ecosistema.

Alessandro Bentivegna
Cronache da Carroll Gardens: considerazioni sulla danza contemporanea, giovani artistə trans, la nobile woke culture e il dolce alla fine

Woke, ma non troppo. Una serata di danza nel Queens accende una riflessione più ampia su cosa significhi oggi “essere woke” in un tempo in cui la parola è diventata etichetta divisiva, tra slogan ideologici e parodie reazionarie. Cosa resta, davvero, della cultura dell’inclusione quando si libera dalla rigidità del linguaggio e torna ad abitare i gesti, la cura, l’ascolto? Forse, come ricorda Jane Fonda, “woke” significa solo preoccuparsi degli altri. E farlo bene.

Emiliano Metalli
Due donne per sei vite fuori dall’ordinario: D’Abbraccio e Kustermann al Teatro Vascello

Sei donne. Sei serate. Sei storie che hanno lasciato il segno. Al Teatro Vascello di Roma, due grandi interpreti — Mariangela D’Abbraccio e Manuela Kustermann — danno voce a Camille Claudel, Marie Curie, Marilyn Monroe, Maria Montessori, Eleonora Duse e Billie Holiday. Con testi firmati da Dacia Maraini, Maurizio De Giovanni, Sandra Petrignani (e altri), questo ciclo di spettacoli è un viaggio potente nella vita di sei icone femminili tra arte, scienza, teatro e resistenza. Ogni sera una donna diversa. Una storia da ascoltare, sentire, vivere. “Una voce per ogni anima che ha cambiato il mondo.”

Egizia Mondini
25 anni di cultura drag in Italia

“Drag Italia” è un volume che racconta la storia della cultura drag italiana. Un libro-manifesto che attraversa storia, clubbing, memoria, militanza e che racconta figure iconiche dalle esagerate acconciature e dalle pungenti battute. Un prezioso lavoro di ricerca che dà conto di come lustrini, paillettes e tacchi vertiginosi siano una vera forma di espressione politica. Drag non è un costume. È consapevolezza, arte, resistenza. Ne abbiamo parlato con l’autore, Stefano Mastropaolo.

Extra-complicate
LesboDrammi – Episodio 3: la Sacra Trinità lesbica. Tu, lei e la sua ex

Una dinamica che esiste da sempre nella cultura lesbica. Una di quelle costanti che si tramandano di generazione in generazione, come le poesie di Saffo o le cassette di The L Word. Nel nuovo episodio di LesboDramma parliamo di una peculiarità del mondo delle relazioni al femminile: l’ex che resta. L’ex che non scompare. Che diventa “migliore amica” e, spesso, che non se n’è mai andata davvero. E voi siete team “amiche mai” o “armonia a tutti i costi”?

Silvia staff Dyke March
La prima Dyke March della storia italiana è a Roma

Dal 23 al 26 aprile 2025 Roma ospita per la prima volta la Conferenza Lesbica Europea (EL*C) e la prima Dykemarch italiana: un evento storico, politico e rivoluzionario nel cuore della capitale. In un momento segnato da attacchi ai diritti LGBTQIA+, questa iniziativa è un grido di resistenza, visibilità e orgoglio lesbico. Ce ne parla una delle organizzatrici.

Porpora Marcasciano
Dagli Stati Uniti all’Italia: cresce la stretta sui diritti delle persone trans

“Sono appena tornata da un’America in cui anche le biblioteche sussurrano. Le parole non scorrono più libere nei corridoi delle università: si spiano, si annotano, si correggono. Gli studenti, soprattutto quelli queer o stranieri, vivono in apnea, temendo una deportazione mascherata da burocrazia. E mentre mi arrivano le prime notizie dalla Florida – patenti strappate alla verità delle persone trans – scopro che anche l’Italia vuole “schedare” i corpi non conformi. Non è un inciampo. È una strategia. E noi siamo ancora troppo silenzios*”. Porpora Marcasciano, Presidente onoraria del Movimento Identità Trans (MIT), ci racconta il suo rientro in Italia.

Alessandro Bentivegna
Cronache da Carroll Gardens: appunti sotto le volte del Met, su famiglie e diritti per tuttə

Cosa unisce due famiglie gay, un croissant decente a Central Park e la memoria dei sarcofagi egizi? In questa nuova puntata, Alessandro Bentivegna ci accompagna tra le sale del Met, tra tessere museali, brunch sospesi e domande scomode sulla democrazia. Perché i diritti civili, come i musei, sono spazi da abitare. Una riflessione in punta di penna sull’identità, i privilegi e il rischio (serissimo) di diventare progressisti solo nel proprio quartiere. Seconda puntata di Cronache da Carroll Gardens. Solo su Aut.

Davide Ferraro
L’odore che resta

Amori, cortili e dittature interiori: il romanzo di Giuliano Brenna racconta Lisbona, ma soprattutto Mattia. Orfano precoce, amante silenzioso, uomo in cerca di sé e di un futuro che non sa ancora se gli appartiene. In una città attraversata da storia e rivoluzione, tra odori che conservano la memoria e legami che sanno di salvezza, Brenna ci consegna un racconto struggente e potente sull’identità, il desiderio e la possibilità di rinascere. Ne abbiamo parlato con l’autore.

Emiliano Metalli
Ferdinando/Cirillo: per chi desidera immergersi nelle sfumature dell’animo umano

Nel panorama del teatro italiano del secondo Novecento, pochi autori hanno saputo intrecciare con tanta audacia il tema del desiderio sessuale con un gioco linguistico che contrappone tradizione e contemporaneità. “Ferdinando” di Annibale Ruccello è un vero capolavoro di drammaturgia che esplora i temi del desiderio sessuale e del suo potere sull’altro. In scena al Teatro India.

Emiliano Metalli
“La pulce nell’orecchio” di Carmelo Rifici al Teatro Vascello: un vaudeville in chiave contemporanea

Dal 28 marzo al 6 aprile 2025, il Teatro Vascello di Roma ospita “La pulce nell’orecchio”, il celebre vaudeville di Georges Feydeau in una nuova versione diretta da Carmelo Rifici. Il teatro, come la letteratura e il cinema, si conferma uno spazio di resistenza culturale, capace di dare voce a chi spesso viene messo a tacere. Su Aut vi segnaliamo, raccontiamo e consigliamo tutti quegli spettacoli da non perdere.

Extra-complicate
LesboDrammi – Episodio 2: il paradosso della “tranquilla”, ovvero, il lupo vestito da agnello

Quante volte restiamo in situazioni tossiche solo per il bisogno di provare a noi stesse di poter “gestire” l’altro? Quante volte ci convinciamo che se resistiamo abbastanza, se dimostriamo il nostro valore, la persona davanti a noi smetterà di essere una sfida e diventerà un porto sicuro? L’amore è un labirinto pieno di false uscite. Ogni tanto ci fermiamo, guardiamo indietro e ci chiediamo come abbiamo fatto a perderci di nuovo. Forse il segreto non è trovare la via d’uscita, ma imparare a riconoscere i segnali d’allarme prima di entrare. Eccovi il nuovo episodio della rubrica Lesbodramma.

Sara Tamisari
Galassia Clandestina: il genere è necessario?

Benvenutə su Galassia Clandestina, la nuova rubrica di Aut che accende il cervello e apre mondi. Qui si parla di tutto: queerness, film, serie tv, libri, manga, anime, videogiochi e marketing. Uno spazio di dialogo, per chi cerca connessioni fuori dalle orbite mainstream, dove sentirsi al sicuro nel condividere anche ciò che è personale, senza censura. Se è un safe space quello che cercavate, avete trovato il vostro pianeta.

Alessandro Bentivegna
Cronache da Carroll Gardens: appunti sul successo, i cani e l’America di Trump

Benvenuti a New York, dove il sogno americano si misura in metri quadri e saldo disponibile. Alessandro Bentivegna racconta la sua nuova vita nella Grande Mela, tra brunch progressisti e realtà ben più spietate. Una coppia gay, due cagnoline e una domanda scomoda: quanto vale davvero una vita umana, oggi? Un nuovo appuntamento imperdibile, e in esclusiva su Aut, per chi ama punti di vista pungenti e storie senza filtri. Seguite “Cronache da Carroll Gardens” e scopriamo l’America raccontata da chi la sta vivendo da dentro.

Extra-complicate
LesboDrammi – Episodio 1: l’eterno ritorno dell’etero-curiosa

Una nuova rubrica, nata tra i corridoi del Mieli e approdata qui per raccontare, ridere e ironizzare su una delle caratteristiche più frequenti della comunità lesbica: i drammi amorosi che solo le donne tra loro riescono a creare. Nasce quindi su Aut: LesboDramma, rubrica ironica, tragicomica e spaventosamente realistica sulle liturgie amorose tra ragazze. A firmarla è il collettivo delle Extra-complicate che, attraverso il loro spazio, ci raccontano, con autoironia e un pizzico di cinismo, il caos sentimentale, i déjà vu amorosi e quelle piccole grandi nevrosi che ogni donna queer conosce bene. Non perdetevi nemmeno un episodio. Eccovi il pilota.

Luca Ragazzi
La lettera T nel cinema

Per troppo tempo il cinema ha parlato delle persone trans senza lasciarle parlare davvero, riducendole a inganni, tragedie o mostri. Da The Rocky Horror Picture Show, che ha scardinato il genere con ironia, fino a Emilia Perez, dove identità e destino si riscrivono, il cinema inizia a restituire alle persone trans il diritto di essere protagoniste. Non è solo rappresentazione, è riscrittura dell’immaginario. Ecco i film che hanno segnato questo viaggio.

Andrea Amadio @LibriconFragole
5 libri sull’essere transgender

Le parole creano ponti, non barriere. Per questo vi consigliamo 5 libri che raccontano l’essere transgender con profondità e autenticità. Dalla letteratura classica ai graphic novel, storie di transizione, identità e resistenza. Perché leggere significa anche comprendere. A fare questa “classifica” non poteva che essere lui: Andrea Amadio, ovvero @Libriconfragole, il più brillante book influencer in circolazione. “In un mondo dove i vari governi cercano di annullare i dibattiti sulla questione dei corpi e delle persone transgender, voglio continuare a combattere e lottare con le armi che so usare meglio: i libri”.

Emiliano Metalli
“Erodiade” di Testori: il grido del desiderio al Teatro Vascello

Nella poetica di Giovanni Testori, il corpo e la parola si fondono in un grido lacerante, una lingua slabbrata e reinventata, che in “Erodiade” diventa l’urlo di un’identità che sfugge a ogni definizione. In scena a Roma.

Emiliano Metalli
“Ho paura torero” al Teatro Argentina: quando l’attore diventa Resistenza

Il teatro, come la letteratura e il cinema, si conferma uno spazio di resistenza culturale, capace di dare voce a chi spesso viene messo a tacere. Su Aut vi segnaliamo, raccontiamo e consigliamo tutti quegli spettacoli da non perdere.

Egizia Mondini
Editoriale – The T Word

Aut torna con un monografico sulla comunità trans e una nuova sezione aggiornata con rubriche, attualità, storie e approfondimenti dal mondo LGBTQIA+. Questo mese, accendiamo i riflettori su “The T Word” e sulla nuova sezione Aut Now.

Ignazio Billera
L’ombra di Trump: perché riguarda tuttə noi

Dagli attacchi alle persone transgender alla censura del linguaggio: le politiche di Trump minacciano i diritti LGBTQIA+ e potrebbero avere ripercussioni anche in Europa. Anzi, hanno già iniziato. 

Giorgio Umberto Bozzo
In ricordo di Ivan Teobaldelli

Scrittore, poeta, critico d’arte, è stato fondatore, editore e direttore di «Babilonia», la prima rivista di cultura omosessuale in Italia pensata per un pubblico generalista, fondata nel 1982. Aveva 76 anni. Questa è l’ultima intervista concessa a Giorgio Umberto Bozzo, con cui vogliamo rendergli omaggio e riconoscergli il ruolo che merita nella storia della cultura LGBTQIA+ italiana.

Antonia Caruso
Ma è davvero solo colpa di Trump?

Dalla paura del complotto alla caccia alle streghe: come la transfobia si alimenta attraverso la cultura del sospetto e della paranoia collettiva. Una voce un po’ fuori dal coro. O no?

Karma B
Quell* che al Pride non ci vogliono andare secondo le KarmaB

Il Pride è inclusività, comprensione e difesa strenue della libertà individuale, anche quella di non partecipare al Pride. Ma chi sono quelli che al Pride non ci vanno o non ci vogliono andare? Abbiamo chiesto alle Karma B di interpretare per noi questo concetto attraverso la loro scintillante creatività.  

Egizia Mondini
L’editoriale – GenderAzioni: 30 anni di pride

Com’è cambiato il pride negli ultimi 30 anni? È possibile che il suo significato politico, culturale e sociale si sia modificato? In meglio? In peggio? Con GENDERAZIONI abbiamo voluto mettere in prospettiva il percorso che la comunità LGBTQIA ha fatto dal primo Pride del 1994. È l’occasione per riflettere su come il significato del Pride sia cambiato nel corso degli ultimi tre decenni. E per ripercorrere le diverse istanze evolute in base al contesto storico.

Egizia Mondini
Annalisa, la Queen del pop che conquista tutt*

L’artista italiana più ascoltata su Spotify, prima italiana nella top 100 globale di Billboard, è la madrina del RomaPride 2024. L’abbiamo intervistata alla vigilia della manifestazione. 

Loredane M. Tshilombo
Pride: ieri, oggi, domani

Nel corso di 30 anni il pride in Italia ha attraversato diverse fasi. Come è cambiato negli anni, come è percepito diversamente dalle generazioni, nei propositi, negli obiettivi, nei racconti e soprattutto in un’ottica intersezionale? Una prospettiva personale e politica di una militante cresciuta insieme e in mezzo ai cortei.

Santiago Olivares
L’ispirazione di SakoAsko per il RomaPride

Santiago Olivares, meglio conosciuto come SakoAsko, è l’artista che ha realizzato l’illustrazione-manifesto del RomaPride 2024. Gli abbiamo chiesto di di raccontarci cosa lo ha ispirato per realizzarla.

Luca Ragazzi
40 anni di pride attraverso il cinema

Abbiamo fatto passi da gigante da quel ’94 del primo Pride italiano e il cinema e la televisione, da sempre specchio della società, lo hanno saputo raccontare bene. Anzi, talvolta, è lecito pensare che abbiano aiutato il dibattito, mostrando quantomeno modelli diversi da quelli veicolati dalle barzellette e nel migliore dei casi, traghettando il paese verso il progresso. Ripercorriamo insieme i film più significativi per la comunità.

Chiara Sfregola
Le unioni civili ci hanno regalato l’illusione di essere un Paese normale

Le istanze dei Pride dal 1994 a oggi sono cambiate? E come si sono evolute? Un dato è certo: volevamo una legge contro l’omolesbotransfobia e non l’abbiamo. Sono passati 8 anni dall’approvazione delle unioni civili e del matrimonio egualitario nemmeno l’ombra. Si sta avverando la profezia paventata da Famiglie Arcobaleno all’epoca, e cioè che questa legge “contentino”, incompleta a causa dello stralcio della stepchild adoption, non sarebbe stata toccata per 10 anni. Poi dicono che i Pride non servono più…

Isa Borrelli
Nostra è la rabbia

Il primo Pride fu rivolta. E mai come oggi in Italia e nel mondo lottiamo per la sopravvivenza. Viviamo sotto un governo fascista che perseguita le persone trans* e nonbinarie, le coppie omogenitoriali e lesbiche, che picchia studenti, ostacola il diritto all’aborto, nega una casa e un salario minimo a una popolazione sempre più povera, ma soprattutto è complice di un genocidio che osserviamo sempre più assopiti dagli smartphone. E’ tempo di riprendenderci spazi, luoghi e potere di parola.

Alessandro Michetti
Scie luminose queer al METEORE Fest 2024

Quest’anno non dovremo aspettare la notte di San Lorenzo per vedere delle meteore attraversare il cielo, basterà puntare il nostro sguardo verso gli spazi di Roma Smistamento fino al 15 giugno e di BASE Milano dal 21 al 29 giugno. A sprigionare l’energia detonatrice queer sarà il METEORE Fest – Lo spazio è queer. Ne parliamo con Carlo Settimio Battisti, Nicola Brucoli e Federico Sacco di TWM Factory.

Valeria Scancarello
La genZ incontra Dario Bellezza

“Bellezza, addio” è il titolo del documentario ideato da Massimiliano Palmese e diretto insieme a Carmen Giardina. Si tratta di un omaggio alla figura di Dario Bellezza, il celebre poeta romano, amico di Pasolini, Moravia, Morante, una delle voci più intense e originali della poesia italiana contemporanea. Ci siamo chiesti: quanti giovani oggi lo conoscono? Per questo abbiamo affidato a una delle nostre giovani penne l’intervista a Massimiliano Palmese. Quello che state per leggere è l’incontro tra le nuove generazioni e Beltà.

Sciltian Gastaldi
Fra pischell* e “scarti” 

Come cambiano i giovani di oggi rispetto a quelli di ieri. Fra errori, imprecisioni, ideologie e voglia di cercare un senso. Tre prospettive raccontate da student* del liceo e una panoramica offerta dal loro professore.

Paolo Notarticola
Il presente e il futuro visto dagli student*. Battaglie di oggi e obiettivi di domani

Le manganellate a Pisa. Il decreto ecovandali. I tagli all’istruzione. Segnali forti di assenza totale di politiche concrete a sostegno dei giovani. In questo contesto, le manifestazioni studentesche rappresentano non solo un mezzo per esprimere dissenso, ma anche un’opportunità di partecipazione attiva alla vita democratica del Paese. 
Un’appassionata analisi in prima persona delle sfide che si trovano a fronteggiare l* giovani. Con granitica determinazione.

Andrea Collins Amadio
Libri young adult, per adolescenti e non solo

La letteratura young adult è un genere per giovani adulti, ossia quella nicchia di adolescenti che va dai 14 ai 19 anni, troppo grande per le storie da bambini, ma ancora acerbo per un Michel Houellebecq o un Carrère. Hanno per protagonisti teenager da poco maggiorenni che affrontano i dilemmi tipici dell’adolescenza La realtà, però, è che il genere viene spesso letto maggiormente da chi i 20 li ha superati anche da alcuni anni. I maggior fruitori infatti sono persone di 40 anni. Forse perché la letteratura non ha mai età, come le emozioni. 

Sara Innamorati
La grammatica del conformismo nella scuola e nelle università italiane

Quanto è difficile riuscire a trovare una propria identità e una propria verità in un contesto di estremo conformismo, studiando su libri di testo scritti perlopiù da uomini eterosessuali e cis-gender? Continuare a insegnare con un sistema binario limita studentesse e studenti nella loro consapevolezza identitaria. La grammatica del conformismo spiegata da chi la vive sui banchi di scuola.

Camilla Rugolotto
Il modello transfemminista per rendere la scuola un posto sicuro

Per raggiungere un modello di scuola inclusiva servono strumenti per riconoscere, combattere e prevenire dinamiche di prevaricazione e violenza di genere insite in abitudini, gesti e parole di matrice patriarcale di cui siamo inconsapevoli. Abbiamo chiesto a Rete degli Studenti Medi, associazione fatta da student3 delle scuole superiori, di raccontarci la scuola italiana da chi vive quelle aule e quei corridoi ogni giorno.

Nicolas Pasantes
Come rendere la scuola uno spazio aperto a tutti i corpi e le identità?

La scuola italiana deve fare i conti con un problema di omobilesbotransfobia e, per quanto carriere alias e bagni genderless siano un primo passo per diminuire il minority stress che le persone lgbtqia+ soffrono quotidianamente anche dentro le mura scolastiche, bisogna fare molto di più. A dircelo, questa volta non sono i dati, ma loro: l3 student3. Abbiamo chiesto infatti a Rete degli Studenti Medi, associazione fatta da student3 delle scuole superiori, di raccontarci la scuola italiana da chi vive quelle aule e quei corridoi ogni giorno.

Nicola Brucoli e Ulderico Sconci
Roma, una puntata alla volta

Si dice sempre che c’è uno scollamento tra i giovani e la politica. Che la gen Z pensa solo ai social e a diventare famos*. Noi invece vi raccontiamo un’altra realtà. Quella dei tant* ragazzi e ragazze roman*, i pischelli appunto, impegnati e interessati alla politica. E lo facciamo attraverso gli autori di Roma Capita, un podacast che racconta una capitale piena di associazioni e comitati dal basso, di iniziative e centri culturali indipendenti formati da giovanissim* e che fa le pulci agli amministratori. Altro che i balletti di TikTok.

Emiliano Metalli
Pischellə teatrali e non: qualche esempio e un po’ di storia

Nel mondo del teatro e dello spettacolo sono tant* i giovani e le giovani artist* che hanno conquistato passo dopo passo spazi di creatività, influenzando sottili mutamenti sociali. Da Sarah Bernhardt a Greta Garbo, da Marlene Dietrich a Judy Garland, da Mario Mieli fino ai giovan* autori di oggi. Artist* che hanno saputo scavare nel tema identitario cercando di rinnovare lo spessore, il volume e il carattere di ogni scelta di autodeterminazione, impiegando linguaggi trasversali. 

Chiara Tesei
Quel (poco) che ho capito sull3 piskell3

Non può esistere più lotta queer senza quella transfemminista, antirazzista, per il clima e per qualunque istanza non rispetti la vita, umana e non. Le nuove menti affrontano le loro battaglie con creatività. Hanno i mezzi e sanno come usarli. Conoscono le parole per comunicare ciò che sentono. E se per quello che sentono la parola non esiste, nessun problema: la creano. Ecco come sono l3 pischell3 attivist3 della gen Z, visti da Chiara Tesei, referente del Gruppo Giovani del Mario Mieli. 

Sciltian Gastaldi
HIV, 40 anni senza vaccino

La scoperta del virus dell’immunodeficienza acquisita umana (Hiv) compie in questi giorni 40 anni, 23 aprile 1984, ed è un compleanno davvero triste, perché a oggi non esiste ancora un vaccino e le prospettive future non sembrano promettere nulla di buono. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Caterina Fimiani, medico specialista in Allergologia e Immunologia clinica presso il Policlinico Umberto I di Roma.

Egizia Mondini
L’editoriale – Pischell*

La parola a chi è adolescente, studente, nativodigitale, alle giovani menti, alle generazioni Zeta e Alfa. Del resto sono da sempre ciclicamente loro il motore del loro tempo. Questo AUT lascia la parola (e la tastiera) ai pischell*.

Francesco Ferreri
Dall’alto al basso. Perché è sempre tutta colpa dei giovani

Quando parliamo di discriminazioni, e di come quelle discriminazioni vengono raccontate, non possiamo non riconoscere il ruolo che il potere ha in questa dinamica. La società ha imposto delle gerarchie molto chiare sui corpi e sulle identità delle persone e questo sistema di potere fa di tutto per preservarsi, così come fa di tutto per manipolare ogni forma di protesta che potrebbe metterlo in difficoltà. Finché le generazioni più grandi continueranno a guardare quelle più piccole “from top to bottom”, non avremo uno sguardo oggettivo.

Yuri Guaiana
L’importanza della solidarietà internazionale per la comunità lgbtqia+ in Russia

Una delle situazioni più pericolose che come comunità ci troviamo oggi a fronteggiare è la dura repressione in Russia. La Corte Suprema russa ha dichiarato il movimento pubblico internazionale lgbtqia+ come estremista. A pochi giorni dalle elezioni presidenziali, due persone che lavoravano in un bar gay sono state arrestate e ora rischiano fino a 10 anni di reclusione. Non potevano che scatenarsi proteste, petizioni e azioni collettive: un’ondata di solidarietà internazionale necessaria e, ci auguriamo, efficace. 

Emiliano Metalli
Neapolis e le sue voci. In memoria di Enzo Moscato

A distanza di un mese dalla sua morte, disegniamo un profilo del regista e attore italiano, esponente di spicco della nuova drammaturgia partenopea. Enzo Moscato ha espresso Napoli con spudoratezza, narrando un mondo parallelo di emarginati, prostitute e omosessuali, metafora di una condizione esistenziale sospesa tra il maschile e il femminile.

Luca de Santis
L’editoriale – Monopolis: la città per un solo giocatore

Nel gioco del “Monopolis”, metafora della nostra società attuale, le nostre città sono diventate più chiuse che mai, i benefici e i privilegi sono tutti per un singolo cittadino: quello maschio, eterosessuale, bianco, abile, ricco, conforme, quello che vince “senza passare dal Via!”, mentre il resto della popolazione viene messo da parte, ignorato o addirittura penalizzato.

Baldurs gate 3
Marina Pierri
Quando il (video)gioco è inclusivo: la lezione del consenso di Astarion in Baldur’s Gate 3

Può un videogioco insegnare cosa sia il consenso e l’abuso? Essere survivor o abuser? Nel pluripremiato videogame Baldur’s Gate 3 il personaggio pansessuale di Astarion è una masterclass di scrittura, in un “viaggio dell’eroina” sviscerato dalla più esperta studiosa del campo, Marina Pierri.

Majid Capovani
Stai fermo un turno, anzi, due! La (velata) oppressione delle identità impreviste

Non si è solo emarginatə in quanto queer, ma in quanto queer e razzializzatə, in quanto queer e religiosə, queer e neurodivergentə/disabilə e molte altre possibili combinazioni. Trovare dei luoghi davvero safe, in cui poter esprimere liberamente la propria identità con tutte le sue intersezioni, diventa molto difficile, contribuendo ad alimentare quel senso di solitudine e isolamento che moltə di noi si portano dietro, imprevisti di una società che non contempla esistenze e vissuti come i nostri. Strettə nella sensazione di essere sempre “troppo” o “troppo poco”.

Luca Ragazzi
Festival di cinema queer in Italia. Lo stato dell’arte

In tempi in cui il cinema è nel nostro salotto, hanno ancora senso i festival? Se i film a tematica LGBTQIA+ ormai vincono gli Oscar, ai festival restano solo gli scarti? Non è così. Dietro questi festival c’è un enorme lavoro di ricerca.

Milo Serraglia
Perché è importante la carriera alias nelle scuole e sul lavoro

Le vite delle persone trans* sono sotto bombardamento istituzionale e mediatico: ispezioni, illazioni, interrogazioni parlamentari, talk televisivi, raccolta firme piegati alla retorica pro-life. Alla battaglia contro la carriera alias, ora si aggiunge il caso dell’Ospedale Careggi di Firenze con l’ennesimo attacco strumentale nei confronti delle persone più piccole della nostra comunità, bambin* e adolescenti gender variant. E’ necessario proteggere le persone trans* più giovani a partire dal diritto allo studio e a non essere oggetto di discriminazione, proprio come prevede la nostra Costituzione.

Mohamed Maalel
Imprevisti e probabilità: essere italiani di seconda generazione

Nascere e crescere in Italia con un padre tunisino e una madre italiana spesso significa essere ritenuti soggetti al limite, continuamente in cerca di definizione. Siamo sicur* di star giocando con le stesse regole?

Marcello Lupo
Vai in prigione! Storia di una rinascita

Quanti sono i pregiudizi e le difficoltà che gli ex detenuti devono fronteggiare quando vengono reintrodotti nella società? La reintegrazione nel tessuto sociale e lavorativo è un passo cruciale per la vera libertà e il cambiamento positivo nella vita di chi ha scontato una pena e deve essere messo in condizione di tornare alla vita.

Aldo Mastellone
Soldi colorati: come riconoscere il rainbowashing nelle campagne Pride

Nella città di Monopolis come orientarsi nella comunicazione aziendale della diversity e inclusion? Perché un’azienda decide di esporsi su questi temi? E’ vero che “guadagnano sulla nostra pelle” come spesso leggiamo sui social network? Ed è davvero solo per soldi? Ecco una guida semplice e pratica su come riconoscere il rainbowashing. 

Marina Cuollo
Tu non giochi! Rivoluzionare la rappresentazione della disabilità nei media.

Mentre i paesi anglofoni iniziano ormai a considerare inammissibile la simulazione del corpo disabile come performance attoriale, in Italia questa è una pratica ampiamente diffusa. Riconoscere l’importanza di avere persone con disabilità nell’intera filiera dell’industria audiovisiva è un passo fondamentale. Che è tempo di fare.

Isabella Borrelli
Sfamiglia Queer: da cura a pratica politica

La decostruzione della famiglia tradizionale: una riflessione sulle nuove dinamiche relazionali che mettono in discussione una serie di concetti che non ci rappresentano più nelle identità. E ancora: l’importanza delle reti relazionali queer e le sfide nel contesto politico contemporaneo. Perché oggi più che mai la famiglia è politica.

Luca de Santis
Il mio mondo nei videogiochi

In occasione dell’uscita del suo nuovo romanzo “Gamer girl”, abbiamo intervistato Valerie Notari, autrice transgender, gamer e veterana del cosplay italiano. Un intimo sguardo a un’altra famiglia, quella virtuale del mondo dei videogiochi. Una conversazione appassionante sulla crescita personale, l’identità di genere e il potere transformativo delle storie.

Sciltian Gastaldi
Storia di un gruppo rivoluzionario degli anni ’80

Uno dei primi esempi di quella che oggi chiamiamo famiglia queer ebbe origine proprio a Roma, tra le persone del gruppo dirigente del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, nella seconda metà degli anni ‘80. Una domenica pomeriggio, abbiamo riunito in un salotto romano alcuni di loro: Francesco Gnerre, Giorgio Gigliotti e Andrea Pini, e ci siamo fatti raccontare da loro quella che fu la loro ‘comune frocia’. Nel ricordo di Marco Sanna.

Sara Paolella
Scomodo: una questione di famiglia

Scomodo è uno dei prodotti editoriali più interessanti degli ultimi anni. E’ un mensile cartaceo di approfondimento che rappresenta uno spazio di espressione per centinaia di redattori, artisti, creativi e scrittori under 30. Come Aut, combattono la superficialità, la mancanza di approfondimento dell’informazione mainstream e vogliono connettere mondo fisico e digitale. E la redazione è all’interno dello Spin Time, spazio di rigenerazione urbana a Roma. Se non sapete chi sono, è tempo di conoscere questi ragazzi.

Luca de Santis
Queer family: le serie TV che la raccontano meglio

Nella comunità LGBTQIA+ la famiglia ha tanti significati, più ampi e complessi di quanto si creda, e le serie TV negli ultimi anni hanno provato a raccontarle. Io ho chiesto alla mia famiglia queer di mandarmi un vocale con i loro titoli preferiti. Un po’ diario, un po’ podcast, un po’ una finestra intima. Perché se si ha avuto la fortuna di incontrare persone così speciali, condividerle è il miglior regalo che si possa fare.

Mauro Angelozzi
Madonna Celebration Tour: riunione di famiglia

Quello che Madonna ci ha sempre insegnato è che non è nei legami di sangue che si trova la pace. E quella che si è ritrovata intorno a lei in occasione del Celebration Tour è sicuramente la sua fedele e inossidabile (come lei) queer family: vite sopra le righe, famiglie dove tutto è possibile, dove ci si ama e ci si odia in libertà, dove la stravaganza si fa arte e il genere conta zero. Noi eravamo alla tappa di Colonia e vi raccontiamo com’è andata. 

Karma B
A Michela Murgia

“Ricordatemi come vi pare”, ha detto, e si è fatta isola, miraggio superiore, fata morgana, distanza da non colmare, qualcosa che non si può ricordare, come un verbo che ha solo il presente, impossibile da coniugare. Se esistessero le parole giuste per “dire” Michela Murgia sarebbero quelle che le Karma B hanno dedicato a lei sul palco dei Rainbow Awards 2023, di fronte al marito, il figlio e una parte della sua numerosa e variegata queer family. 

Roberta Ortolano
Il nostro percorso di procreazione medicalmente assistita 

Un viaggio intimo attraverso le sfide della maternità lesbica: un racconto di coraggio, speranza, resistenza e determinazione con il sogno di diventare genitori.

Giovanni Raulli
Casa Arcobaleno: le famiglie che ti salvano

Siamo entrat* all’interno di Casa Arcobaleno, il rifugio per giovani LGBTQIA+ espulsi dalle proprie famiglie. Perché non sempre le famiglie di origine rappresentano un porto sicuro. E per salvarci abbiamo bisogno di scialuppe di salvataggio.

Egizia Mondini
L’editoriale – Queer families

Le famiglie queer, intese come reti di affetto e sostegno costruite al di là dei tradizionali legami di sangue, rappresentano un esempio tangibile di amore, inclusività e solidarietà. Quanto sono state importanti in passato e quanto lo sono ancora oggi?

Andrea Pini
Co-housing: una proposta per vivere insieme

Dove spariscono le persone LGBTQ+ quando invecchiano? La maggior parte si ritira riducendo contatti, relazioni ed attività sociali, fino all’invisibilità. Eppure sono tante le energie, le competenze, le esperienze che possiamo mettere in circolo per far fluire in azioni di aiuto reciproco. Serve un ponte tra le vecchie e le nuove generazioni, che dia un senso ai ricordi degli uni e forza agli altri. E il co-housing può rispondere a questa esigenza.

Pino Anastasi
Famiglie di salvataggio ai tempi dell’aids

Un viaggio nelle memorie di chi ha affrontato l’epidemia di aids, dalle prime notizie a una tesi di laurea, da Muccassassina all’Unità di Strada, il  racconto di chi ha trasformato l’impegno in sostegno.

Chiara Tesei
Di salute mentale e tabù di coppia

Conversazione corale tra Chiara Tesei, Ali Bravini, Elena Incatasciato sui tabù nelle relazioni.

Elena Incatasciato
Di bisessualità e pansessualità

Conversazione corale tra Chiara Tesei, Ali Bravini, Elena Incatasciato sui tabù nelle relazioni.

Ali Bravini
Di poliamore, neurodivergenze e salute mentale

Conversazione corale tra Chiara Tesei, Ali Bravini, Elena Incatasciato sui tabù nelle relazioni.

Michela Andreozzi
E se non voglio essere madre?

Essere donna prima di essere madre. Decidere di NON avere figli è ancora un tabù. Dalla discriminazione alla scelta: il percorso verso una vita senza maternità raccontato dalla sagace penna di Michela Andreozzi.

Egizia Mondini
L’editoriale: quali sono i tabù di oggi?

Quello che è tabù per uno può essere pregiudizio per un altro. Quando apriamo il barattolo e dobbiamo decidere cosa metterci dentro, le diverse prospettive emergono e diventano esse stesse un interessante spunto di riflessione e confronto. 

Alessandro Michetti
Il porno è ancora un tabù?

La vergogna è il braccio armato dei tabù, che a loro volta sono l’impalcatura che tiene in piedi uno dei dogmi più insidiosi e castranti che esistano: la sacralità del sesso. Intervista ad Alice Scornajenghi, creatrice dell’acclamata fanzine erotica Ossì, spazio per una narrativa porno di qualità.

Raffaella Mottana
Soli

Il tema tabù coinvolge anche la questione delle nuove coppie: troppie, coppie aperte, poliamoros*. E proprio a questo è ispirato questo racconto. Un altro frutto della collaborazione con Accento Edizioni con i suoi promettenti, brillanti giovani autori. 

Francesco Ferreri
Tabù, tra paura e controllo

Il potere dei tabù: strumenti sociali di controllo e l’influenza infettiva all’interno dei gruppi, anche lgbtqia+.

Giulia Paganelli
Corpi grassi: tabù e identità nella comunità LGBTQIA+

Grassofobia: la battaglia contro gli stereotipi nella comunità LGBTQIA+, nell’era di Sam Smith.

Ali Bravini
Basta un pezzo di carta (?)

Tabù di genere e percorsi trans: la necessità di un cambio radicale.

Luca Ragazzi
La sessualità tra gli anziani nel cinema: oltre il tabù 

Desiderio e intimità: rappresentazioni della sessualità tra anziani, oltre gli stereotipi. Ecco un’antologia dei film che trattano (bene) l’argomento. 

Egizia Mondini e Alessandro Michetti
Lo stigma della depressione

Intervista al Trio Medusa, ambassador della campagna “La Depressione non si sconfigge a parole”.

Valeria Scancarello
Il “peso” dello stigma: centimetri della mia storia

Affrontando la grassofobia: una riflessione personale sulla società e l’accettazione di sé.

Egizia Mondini
L’editoriale – Nuove mappe per orientarsi

C’è venuta voglia di indagare nuove geografie, zoomando sui dettagli, sbirciando dentro i vicoli delle nostre sfumature, vedendo fino a che punto ci siamo spinti alla scoperta di nuovi territori, ridisegnando la mappa del nostro ecosistema. Ne è emersa una nuova cartografia della comunità lgbtqia+, e non solo, intrigante e stimolante, ma con confini mai troppo definiti. Non vi resta che sfogliare l’atlante insieme a noi.

Isabella Borrelli
Il linguaggio inclusivo fa schifo

“Vi inventate sempre nuove parole” è l’accusa più diffusa e fessa mai fatta alla comunità lgbtqia+. Il linguaggio neutro ha provato a proporre nuove mappature che scardinassero il maschile universale. L’utilizzo di linguaggi neutrali e non binari ha avvistato una nuova terra del linguaggio queer. La rottura del paradigma, della norma e del cambiamento è invece non solo qualcosa a cui aspirare ma una pratica politica. E’ anche attraverso il cambiamento e sovvertimento del linguaggio che pratichiamo la nostra dissidenza. E affermiamo la nostra esistenza. 

FRAD
Non si può più dire niente?

Sembra l’argomento del momento, anche in bocca a chi ancora fa fatica a capirne il senso. Un senso prima ancora umano che politico. E allora noi, abbiamo pensato di prenderci anche un po’ in giro. Per non farci dire che ci prendiamo sempre e solo troppo sul serio. E chi meglio di FRAD poteva riuscirci? Ma davvero con noi persone LGBQTQIA+non si può più dire niente? E non si può scherzare? Per fortuna ci sono le vignette di Frad.

Antonia Caruso
È davvero inclusivo parlare inclusivo? 

Abbiamo iniziato davvero a credere che cambiando le parole sarebbe cambiato il mondo. Se non ché, il resto del mondo continua a non saper né leggere né scrivere e la lingua del futuro non sarà sicuramente l’italiano.

Jennifer Guerra
Il movimento trans-femminista oggi in Italia

Non solo grandi città. Dalle Case delle donne ai centri antiviolenza; l’importante rete di supporto della rete transfemminista italiana cresce nei piccoli centri con oltre 150 gruppi e iniziative.

Gayly Planet
Le nuove geografie del turismo LGBTQIA+

Dai Grand Tour ai Gay Camp: il turismo LGBTQIA+ in Italia racconta la storia della nostra comunità, dall’Ottocento fino ai giorni nostri.

Vincenzo Branà
L’importanza dei pride di provincia

Piccoli centri, grandi Pride: dal caso di Latina a quello di Campobasso, dalla crescita di Ragusa all’abbraccio orgoglioso di Lodi. E se la politica LGBTQIA+ ripartisse da qui?

Indice dei contenuti
Ultimi post
NOI SIAMO SOCIAL

Seguici per rimanere aggiornat*!

La pagina che stai cercando è in aggiornamento! Contattaci per non perderti nessuna novità di AUT Magazine!