AUT Magazine

Il Manifesto politico del Roma Pride 2025

di Coordinamento Roma Pride
FUORILEGGE non è solo uno slogan. È la realtà che viviamo ogni giorno. Dal diritto alla genitorialità alla libertà di essere se stessə, dal riconoscimento delle famiglie al rifiuto della violenza di genere: il Manifesto del Roma Pride 2025 è una dichiarazione di resistenza collettiva. Se ancora non lo avete fatto, leggetelo qui. Perché se essere fuorilegge significa esistere con dignità, allora lo siamo tuttə.
manifesto-roma-pride-2025

INTRODUZIONE

Quest’anno il Roma Pride sarà FUORILEGGE. Non è solo uno slogan. È una  realtà che viviamo ogni giorno. Ci hanno derise, siamo state cacciate di casa, ci hanno picchiate, ci hanno ucciso. Hanno provato a farci tacere. Noi gridiamo ancora più forte. La storia ci insegna che nessuna legge ingiusta ha mai fermato una rivoluzione. Siamo la resistenza globale, il Pride che non si piega, la voce che non si spegne, la comunità che non arretra. Un passo indietro sul Pride è un passo avanti verso una storia che conosciamo fin troppo bene.

In Italia, come nel resto del mondo, essere persone LGBTQIA+ significa vivere ai margini: criminalizzatə, censuratə, ridottə a bersagli politici. Nel 2025, la nostra libertà è sotto attacco.

Ci dicono che non possiamo autodeterminare i nostri corpi. Ci negano il diritto di formare le nostre famiglie. Ci accusano di fare propaganda solo perché esistiamo. Scenderemo nelle strade per abbattere quel sistema patriarcale che ha già violentemente deciso chi e come dobbiamo essere. La comunità transgender e non binaria, in Italia e nel mondo, sta subendo un vero e proprio tentativo di cancellazione.

In un’America trumpiana, che fomenta odio e divisione, si cancella la lettera “T” dal monumento di Stonewall, il simbolo della lotta trans* e dell’inizio della liberazione LGBTQIA+, iniziata da Sylvia Rivera e Marsha P. Johnson, donne trans non bianche, sex worker e marginalizzate. Questo è solo uno degli innumerevoli attacchi a una comunità che viene messa ai margini quasi a livello globale, basti pensare alla Russia di Putin e all’Ungheria di Orban dove di fatto è impossibile iniziare un percorso di affermazione di genere, negando l’esistenza di qualsiasi identità al di fuori del binarismo. A casa nostra vediamo attacchi continui alle famiglie arcobaleno, che si vedono negare ogni diritto e riconoscimento da forze politiche che,  paradossalmente, si dichiarano difensori della famiglia; attacchi alle donne, cui viene sottratto il diritto di decidere sui propri corpi, tutto in nome di un fanatismo irrazionale che tradisce i valori laici di uno Stato.

Ci accusano di “propagandare il gender”, un’ideologia che prima hanno creato e alla quale poi hanno dichiarato guerra. Ci accusano di “spaventare i bambini”, di essere “ideologici”. Gli stessi bambini che non si preoccupano di tutelare legalmente, negando il riconoscimento degli stessi diritti alla nascita quando provengono da famiglie arcobaleno.

Il Governo Meloni, il più reazionario della storia della Repubblica, continua a riscrivere i confini della libertà, imponendo subdolamente leggi escludenti, alimentando una propaganda d’odio e mettendo in atto una censura sistematica. I nostri corpi, le nostre relazioni, i nostri desideri diventano strumenti di attacco politico, bersagli da colpire senza vergogna.

In Europa, l’Ungheria di Orban vieta i Pride, un fatto senza precedenti in un paese europeo. Ma noi non ci fermiamo. Questo non ci spaventa, perché la nostra storia è fatta di lotte, conquiste, battute d’arresto e ripartenze. È un’eredità che portiamo con noi ogni giorno, quando attraversiamo il mondo a testa alta, consapevoli che la nostra libertà è il frutto di una lunga e coraggiosa insubordinazione collettiva.

Il Roma Pride si schiera fermamente contro ogni forma di guerra e oppressione ed esprime la propria vicinanza e solidarietà a tutte le persone che vivono in contesti di conflitto. Le guerre sono la scelta del potere e di chi governa, ma a pagarne le conseguenze sono le popolazioni civili. Condanniamo con forza la strage in corso a Gaza, perpetrata dal governo israeliano, che sta provocando innumerevoli vittime innocenti tra la popolazione civile palestinese e sembra puntare all’annientamento di un popolo. Chiediamo il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi israeliani e il rispetto delle condizioni di tregua, la protezione dei diritti umani, la ripresa delle trattative di pace, basate sulla soluzione di due popoli, due Stati. Esprimiamo solidarietà al popolo ucraino che combatte contro l’invasione russa. Rifiutiamo ogni strumentalizzazione dei simboli e dei diritti LGBTQIA+ come strumenti di propaganda bellica. Lottiamo per la pace, il rispetto dei diritti umani e la solidarietà verso tutti i popoli oppressi.

Nel Pride, in ogni nostro grido che non conosce dolore ma solo forza, in ogni passo avanti nella nostra lotta per l’uguaglianza, troviamo la forza per continuare a chiedere la pace.

Il Roma Pride, da 31 anni, è fuorilegge.

E quest’anno lo gridiamo forte nelle piazze, ovunque: non ci conformiamo, non ci pieghiamo, non ci cancellate.

Il 14 giugno 2025, ci riprendiamo la nostra città.

1 – Persone trans* e non binarie

Rivendichiamo il pieno rispetto dell’autodeterminazione dell’identità di genere di ogni persona, anche piccola. Rivendichiamo l’accesso a luoghi di formazione e di lavoro senza discriminazioni, cosicché ogni persona possa realizzare il proprio potenziale senza paura di discriminazioni o pregiudizi.

Chiediamo il pieno rispetto del diritto all’autodeterminazione delle persone trans binarie e non-binarie, compresa la possibilità di scegliere liberamente i percorsi di affermazione che meglio rispondono alle proprie esigenze e desideri, senza interferenze esterne o giudizi discriminatori, senza sovradeterminazioni di carattere psicologico, fisico e medico. Sosteniamo anche la piena autodeterminazione delle persone bambine e adolescenti con varianza di genere e chiediamo che possano avere accesso, quando necessario, su tutto il territorio italiano a percorsi di affermazione di genere basati sulle linee guida scientifiche internazionali già esistenti.

Rifiutiamo quindi il modello di  accompagnamento della vigile attesa e le terapie riparative psichiatrizzanti, camuffate da percorsi di supporto, a cui mira questo Governo attraverso il tavolo tecnico interministeriale del  Ministero della Salute e del Dipartimento per le politiche della Famiglia. Questo tavolo ha il tacito obiettivo di ostacolare i percorsi di affermazione di genere, rendendo ogni processo più complicato e tortuoso e limitando fortemente l’accesso ai farmaci sospensori della pubertà.

Tali misure contrastano con i protocolli riconosciuti a livello internazionale ma di fatto già adesso ignorati nel nostro paese anche dai centri che dovrebbero occuparsi di queste giovani persone. Le associazioni, l3 professionist3 e le persone transgender che quotidianamente affrontano le difficoltà dei percorsi di affermazione di genere e forniscono servizi essenziali, spesso supplendo alla scarsità di risorse pubbliche dedicate al benessere delle persone transgender sono state escluse dal tavolo e non possono fare altro che attendere ulteriori restrizioni dei servizi e limitazioni al principio di autodeterminazione.

Dalle prime indiscrezioni sui lavori del tavolo risulta chiaro che l’infanzia e l’adolescenza trans sono usate come grimaldello per attaccare anche i diritti delle persone trans* adulte. Questa esclusione denota un attacco frontale alla comunità trans e ne ignora le reali esigenze, aggravando ulteriormente una situazione già critica.

2 – Famiglie

Esigiamo che la legge riconosca e tuteli ogni forma familiare, difendiamo e celebriamo tutte le forme di famiglia. È ora di veder legiferato il matrimonio egualitario e il riconoscimento alla nascita dell3 figli3 nate all’interno delle coppie omogenitoriali.

Non accettiamo più che esistano figli3 e genitori di serie B. Questo governo fin dal primo giorno ha discriminato e attaccato le famiglie omogenitoriali prendendosela direttamente con l3 nostr3 figli3.

Siamo al fianco delle famiglie con due mamme e due papà i cui certificati di nascita sono stati impugnati, così come sosteniamo i sindaci e le sindache italiane che continuano a prendere coraggiosamente posizione riconoscendo l3 figli3 delle coppie omogenitoriali, agendo in opposizione al Governo.

Chiediamo il superamento del Decreto Salvini che prevede l’utilizzo delle diciture padre/madre sui documenti dell3 nostr3 figli3. Riteniamo fondamentale il riconoscimento del certificato europeo di filiazione per l3 figli3 di tutt3 e che tutti gli atti di nascita esteri siano regolarmente trascritti. Chiediamo il sostegno e l’accesso alla procreazione assistita e l’eliminazione dell’orrenda legge che criminalizza universalmente la Gestazione Per Altri – GPA e, anzi, chiediamo una GPA etica e solidale per tutte le persone.

Oggi ancor più di ieri, dopo che la sentenza della Corte Costituzionale ha aperto la strada all’adozione internazionale per le persone single, spingiamo per una riforma del diritto di famiglia che apra a tutte le alle coppie la possibilità di adottare, indipendentemente dalla forma della relazione, dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere di chi intende assumere una responsabilità genitoriale. Ogni forma di amore è valida, ogni famiglia merita di essere rispettata e tutelata.

3 – Matrimonio egualitario

Chiediamo l’introduzione del matrimonio egualitario per tutte le coppie, indipendentemente dall’orientamento sessuale dell3 coniug3: ogni persona ha il diritto di unirsi in matrimonio legalmente all3 propri3 partner,senza discriminazioni o restrizioni.

4 – Terapie o pratiche di conversione

Come ogni anno, condanniamo la pratica dannosa delle “terapie riparative” o “pratiche di conversione”.

Queste pratiche rappresentano gravi violazioni dei diritti umani, sia che riguardino l’orientamento sessuale che l’identità di genere. In particolare, è inaccettabile che strutture ospedaliere e professionist3 promuovano terapie di conversione per le persone transgender e gender creative, come stabilito dalle linee guida WPATH, sotto la falsa veste di servizi di supporto psicologico che presentano un determinato genere come quello corretto a-priori per una persona. Questi percorsi violano la dignità e il diritto di autodeterminazione delle persone transgender, e possono compromettere la salute mentale di chi cerca legittimamente supporto per l’affermazione della propria identità di genere.

Nel 2020, il rapporto dell’Esperto indipendente delle Nazioni Unite ha definito le pratiche di conversione come trattamenti disumani e degradanti, paragonabili alla tortura, invitando i singoli Paesi a condannarli. Attualmente (2024) seguono questa linea Canada, Ecuador,Nuova Zelanda, alcuni stati dell’Australia, del Messico e degli Stati Uniti. In Europa, Malta, Germania, Francia, Grecia, Spagna, Cipro e nel cantone svizzero di Neuchâtel. Si discutono proposte di legge in Austria, Belgio, Irlanda e Paesi Bassi.

Secondo l’ultimo report della European Union Agency for Fundamental Rights – FRA (EU LGBTIQ Survey III – 14/05/2024), il 26% delle persone LGBTIQIA+ in tutta Europa ha sperimentato le pratiche di conversione, mentre il 3% ne è stato sopraffatto. In Italia la percentuale è del 18%, pari a 1 persona su 5, che corregge in peggio la stima del 10% della Società Italiana di Andrologia (2020). Rivendichiamo con fermezza l’abolizione di queste violenze, battendoci per la difesa e il sostegno delle persone LGBTQIA+ nella loro autenticità, dignità ed integrità fisica e mentale.

5 – Spazi sicuri: scuola, università, sport, lavoro e istituzioni

Le nostre scuole pubbliche appaiono sempre meno un luogo sicuro per student3 e docenti con uno spirito critico. L’influenza di ideologie ultra conservatrici, care al governo, sta minando l’autonomia didattica e promuovendo una visione tradizionalista e reazionaria della scuola. Diventa sempre più urgente comprendere il disegno politico di queste destre illiberali e difendere attivamente un’educazione inclusiva e pluralista, che valorizzi le diversità e contrasti le derive autoritarie nel sistema scolastico. Vogliamo spazi sicuri in ogni ambito della società, ma a maggior ragione li esigiamo nelle scuole e nei luoghi in cui vivono le nuove generazioni, chiedendo l’eliminazione delle discriminazioni nelle scuole, nelle università, nello sport, nei luoghi di lavoro e nelle istituzioni pubbliche.

Ci battiamo affinché le scuole di ogni grado e le università diventino spazi sicuri grazie a programmi di educazione affettiva, sessuale e alle differenze e che promuovano una consapevolezza sociale e culturale basata sul consenso e sul rispetto di tutte le persone. Chiediamo il ritiro delle Nuove indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo che contengono frasi aberranti e che promuovono l’inferiorità dellə discentə rispetto alle persone adulte di riferimento, la centralità educativa della famiglia etero patriarcale e l’incapacità delle persone piccole di costruire spirito critico, consapevolezza, conoscenza e di essere protagoniste attive del proprio apprendimento.

Chiediamo il ritiro delle Linee Guida per l’educazione civica che sono intrise di una logica patriarcale, sessista, razzista e binaria.Chiediamo che i progetti di legge sul consenso informato preventivo e sul contrasto alle identità alias presentati in nome di una battaglia contro la fantomatica ideologia gender siano ritirati.

Chiediamo l’istituzione normativa delle identità alias senza certificazione medica in tutti gli istituti di istruzione e in tutti gli atenei al fine di tutelare il diritto allo studio, il benessere, la salute e la privacy di student3 transgender, binariə e non-binary. L’assenza di questo strumento alimenta l’abbandono scolastico, mina il diritto allo studio e impedisce di vivere con serenità il percorso formativo, con ripercussioni su tutta la formazione della persona.

Per quanto riguarda il lavoro, pretendiamo la garanzia del reddito e di un lavoro dignitoso, senza discriminazioni e precarietà legate al proprio orientamento sessuale o alla propria identità di genere. Vogliamo che l’identità alias sia prevista in tutti i CCNL per tutelare il diritto al lavoro delle persone trans e che l’identità di genere sia inserita tra i motivi di discriminazione, per difendersi efficacemente in casi di selezione discriminante e mobbing nelle aziende. I luoghi di lavoro devono essere spazi sicuri per tutt3, dove poter realizzazione il proprio potenziale, senza rischi di discriminazioni e pregiudizi.

Lottiamo affinché anche il mondo dello sport diventi uno spazio sicuro, specialmente per tutte le persone LGBTQIA+, circa 1 su 2, che rischiano l’esclusione da qualsiasi attività fisica vedendosi negato il diritto umano allo sport in momenti cruciali come l’infanzia e l’adolescenza. L3 atlet3 subiscono ancora forti discriminazioni e pregiudizi legati al proprio orientamento sessuale e alla propria identità di genere, al punto che anche atlet3 professionist3 affermat3 hanno timore di fare coming out. Le persone transgender devono essere pienamente riconosciute da tutte le federazioni italiane e avere la possibilità di gareggiare nelle categorie di genere che rispecchiano la propria identità, come previsto dalla Linee Guida del Comitato Olimpico internazionale del 2021.

Ci rivolgiamo infine con fermezza a tutto il mondo sportivo e agli enti di promozione affinché agiscano da apripista per garantire il diritto allo sport delle persone LGBTQIA+, attraverso l’implementazione di programmi di formazione mirati per la componente atletica, tecnica e dirigenziale, l’adozione di procedure per il monitoraggio delle discriminazioni e l’introduzione del tesseramento alias basato sull’autodeterminazione.

6 – Salute

L’accesso alla salute è un diritto umano fondamentale. Rivendichiamo la piena accessibilità ai servizi sanitari per le persone LGBTQIA+ e le loro famiglie, a cui troppo spesso viene negato il diritto alla salute biopsicosociale.

Il loro pieno esercizio non può prescindere dalla formazione del personale sanitario alle nostre esigenze e necessità specifiche, in particolare per quanto riguarda i corpi delle persone trans, non-binary e intersex.

Sosteniamo un approccio senza pregiudizio alla nostra salute sessuale e riproduttiva e chiediamo di rendere disponibili i mezzi di prevenzione primaria e secondaria per il contrasto all‘HIV. Riteniamo di fondamentale importanza l’implementazione di programmi PrEP con controlli periodici delle IST gratuiti.

Chiediamo di riconoscere e sostenere le attività community based svolte dalle associazioni, così come richiesto da UNAIDS. Invochiamo lo stop allo stigma sociale verso le persone sierocoinvolte e le persone con specificità legate alla salute mentale.

7 – Autodeterminazione

Ogni individuo ha il diritto fondamentale di autodeterminare la propria identità, il proprio corpo e la propria vita. Chiediamo il pieno rispetto per il nostro orientamento sessuale, identità di genere e sessualità, così come il rispetto per i diritti riproduttivi, incluso l’accesso all’aborto libero, sicuro, gratuito e legale per tutt3.

Difendiamo e rivendichiamo la dignità di chi svolge il lavoro sessuale e chiediamo per loro le stesse tutele e diritti che esistono per tutt3 l3 lavorator3 in Italia, fuori da ogni stigma ipocrita e violenza.

8 – Intersessualità

Le persone Intersex nascono come l3 altr3 bambin3 ma con Variazioni delle Caratteristiche del Sesso (VCS), fisiche o biologiche (come anatomia sessuale, organi riproduttivi, schemi ormonali e/o schemi  cromosomici), che sono differenti dalle definizioni stereotipate per corpi maschili o femminili.

La stragrande maggioranza si riconosce nel genere assegnato alla nascita, ma diventa oggetto di procedure mediche “normalizzanti” inutili e dannose, spesso senza reale necessità che non sia quella estetica e normoetero normativa, diventando bersaglio dello stigma e discriminazione sociale e medica perché non sono quello che ci si aspettava.

L’Italia è stata riconosciuta inadempiente dall’autorità dell’ONU e dell’Unione Europea al rispetto dei diritti delle persone intersex/VCS. Il sistema medico continua ad agire e operare, troppo spesso, in violazione di tutti i diritti civili e umani, nonostante i migliori sforzi dei difensori dei diritti Intersex/VCS.

Pertanto:

  • Chiediamo il pieno rispetto dei diritti delle persone Intersex/VCS all’integrità, all’autonomia fisica e all’autodeterminazione, base dei diritti civili;
  • Chiediamo l’immediato divieto di interventi medici precoci differibili, inclusi interventi chirurgici e ormonali, che alterano le caratteristiche sessuali di neonati, bambini e adolescenti senza il loro consenso personale e la fine della patologizzazione e della psichiatrizzazione delle persone intersex/VCS.

9 – Persone LGBTQIA+ e terza età

Le persone anziane LGBTQIA+ affrontano una serie di sfide uniche che derivano dall’intersezione tra l’età e l’orientamento sessuale o l’identità di genere. Spesso, queste persone si trovano a dover affrontare l’isolamento sociale in modo amplificato, poiché possono aver vissuto gran parte della loro vita in un contesto di stigmatizzazione e discriminazione, essendo nate in periodi dove il pregiudizio omotransfobico era molto più diffuso e radicato. Questo può portare a una mancanza di supporto familiare e comunitario, rendendo difficile per loro trovare una rete di sostegno.

Inoltre, le strutture di assistenza per anziani non sempre sono preparate a rispondere alle esigenze specifiche delle persone LGBTQIA+. Ciò può includere la mancanza di personale formato e sensibile alle questioni di genere e sessualità, creando un ambiente in cui gli anziani LGBTQIA+ possono sentirsi non accolti o addirittura discriminati.

Infine, le questioni legate alla pianificazione patrimoniale e ai diritti legali possono essere complicate, specialmente per coloro che non hanno una famiglia tradizionale su cui contare. Affrontare questi problemi richiede un impegno collettivo per garantire che le persone anziane LGBTQIA+ possano vivere con dignità, rispetto e supporto nella loro terza età.

10 – Resistenza giudiziaria

Non smetteremo di resistere all’invisibilizzazione o alla discriminazione attraverso battaglie giudiziarie nazionali o sovranazionali.

Tramite azioni individuali o collettive continueremo a difendere e a promuovere il principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione anche davanti alle Corti superiori, per costruire, conquista dopo conquista, una società giusta e finalmente capace di accogliere le nostre istanze di libertà e di pari dignità sociale.

Contrasteremo giudiziariamente gli effetti di leggi vergognose, come la legge Varchi sul “reato universale di GPA”, anche a tutela di bambin3 che sono stat3 o che verranno inaccettabilmente colpit3 da uno stigma sociale per il solo fatto di nascere. Reagiremo a ogni discriminazione, nuova o già esistente, con ogni strumento consentito dalla legge e davanti a tutti gli Organi competenti.

Difenderemo tutti i pochi diritti che ci sono già stati riconosciuti dalle Corti, come stiamo già facendo rispetto agli attacchi di chi, oggi, vuole ribaltare approdi della Corte di Cassazione ormai stabili nel caso delle trascrizioni degli atti di nascita stranieri con due mamme.

Agiremo per attuare il principio di autodeterminazione in ogni campo della vita sociale e giuridica e faremo di tutto per modificare procedure giudiziarie spesso costose e lunghe: i diritti fondamentali non tollerano lesioni e meritano un costante presidio.

Promuoveremo ‘cause pilota’ per portare avanti nelle aule di Giustizia la più ampia cultura dei diritti a tutela del libero svolgimento di tutt3, in ogni contesto di vita. La nostra sarà una resistenza giudiziaria per rivendicare semplici istanze di libertà, senza lasciare fuori nessun3 ma per creare una società migliore.

11 – Violenza di genere

Ogni tre giorni, una donna viene uccisa in Italia dalla violenza maschile. Solo nel 2024, sono state 113 le vittime, quasi tutte dentro le mura domestiche (61 assassinate dal partner o dall’ex). Chiamiamo questa strage per quello che è: femminicidio.

Quando le istituzioni restano inerti di fronte a questa barbarie, quei femminicidi diventano femminicidi di Stato, e il governo ne è complice. Mentre le denunce di violenza aumentano, chi ci governa risponde con propaganda, tagli ai centri antiviolenza e propone l’ergastolo per i carnefici, come se potesse funzionare da deterrente ma senza agire sulle vere cause del femminicidio, senza provare ad agire a monte del problema, con una diversa educazione sesso-affettiva nelle scuole, anzi sostenendo la “famiglia tradizionale” a discapito della vita e della sicurezza delle donne.

Il Roma Pride 2025 alza la voce con orgoglio e rabbia: basta sangue, basta silenzi istituzionali. Il nostro movimento transfemminista e antifascista è in prima linea per abbattere il patriarcato, affinché nessunə debba mai più subire violenza, né tra le mura di casa, né altrove.

12 – Antifascismo, transfemminismo, antirazzismo e giustizia climatica

Rifiutiamo con fermezza qualsiasi forma di fascismo, razzismo e discriminazione. Abbracciamo un femminismo intersezionale che lotta contro tutte le ingiustizie sociali e le oppressioni, consapevoli delle molteplici sfaccettature delle nostre lotte, che ci vedono unite contro violenze che nascono dallo stesso sistema patriarcale.

Insieme, ci impegniamo a costruire un futuro più giusto e rispettoso dei diritti di tutte le persone, sostenendo politiche che difendano i diritti umani e proteggano le persone migranti. Crediamo nell’importanza di fondere le lotte per i diritti civili, la giustizia sociale e la giustizia climatica.

Lottiamo per una società basata sull’uguaglianza, il rispetto e la solidarietà, dove ogni individuo possa vivere senza il timore di subire persecuzioni o discriminazioni in base alla propria identità.

Tutte le info sul Roma Pride sono qui.

Articoli Correlati
Egizia Mondini
Rainbow Eggs: il Pride si serve anche al cucchiaio

Anche la cucina può essere un manifesto e parlare di identità, libertà e inclusione. E’ quello che ha fatto chef Barbara Agosti, fondatrice e anima del Ristorante Eggs di Roma e Milano, ideando Rainbow Eggs, un dessert arcobaleno creato per il Pride Month. Un progetto gastronomico e un gesto concreto per ricordare che la cucina può farsi anche espressione di valori, come ci racconta in questa intervista.

Egizia Mondini
Vivere, diritto o dovere?

Da anni parliamo di autodeterminazione, di libertà di amare, di procreare. Ma c’è un diritto che, in Italia, resta ancora un tabù: quello di morire con dignità. Ne abbiamo parlato con la filosofa e bioeticista Chiara Lalli. In questa conversazione, l’attivismo diventa linguaggio preciso, radicale, necessario. Perché il dolore non si gestisce con i divieti. E la libertà vale solo se include anche il diritto di scegliere la fine. La battaglia per il fine vita non è una questione etica: è il termometro di una democrazia che vuole dirsi adulta.

Mario Colamarino
Perché il Roma Pride quest’anno è fuorilegge

Fuorilegge non è solo il tema del RomaPride 2025, è una diagnosi politica. E’ la legge stessa ad aver infranto la promessa democratica di uguaglianza, protezione e libertà per tutt3. La Rainbow Map di ILGA-Europe ci posiziona al 35° posto su 49 paesi europei, fotografia di un’Italia ormai allo sbando sul fronte dei diritti LGBTQIA+. E quando si vive in un Paese pervaso da questo clima di odio, far parte della nostra comunità significa essere esclus3, ignorat3 e non protett3 dalla legge. Rivendicare il diritto di manifestare, di scendere in piazza, di mostrare il proprio corpo e far sentire la propria voce non è un vezzo o un gesto di esibizionismo, è sopravvivenza politica, è un atto di ribellione e di resistenza.

Alessandro Michetti
Carolina Morace: nel calcio, attaccante. Per i diritti, in difesa 

Ha segnato il calcio italiano dentro e fuori dal campo. Prima giocatrice dichiaratamente lesbica, prima donna a guidare una squadra maschile, icona dello sport e ora europarlamentare, è in prima linea per i diritti. Il 28 giugno sarà a Budapest per sostenere il Pride, ufficialmente vietato dal governo ungherese. L’abbiamo intervistata alla vigilia della partenza, tra politica, visibilità e desiderio di un’Europa (e un’Italia) che non lasci indietro nessuno.

Yuri Guaiana
Fuorilegge e fuori controllo: la nuova ondata globale di repressione anti-LGBTQIA+

Un Pride vietato in Ungheria, una legge repressiva in Mali, un corpo spezzato in un fiume colombiano, una sentenza crudele nei Caraibi: sono tutte facce della stessa strategia. Criminalizzati, repressi, uccisi. Dai Caraibi all’Africa occidentale, passando per l’Europa dell’Est, i diritti delle persone LGBTQIA+ sono sotto attacco.
Dietro questa ondata globale di odio non ci sono solo governi autoritari, ma vere e proprie reti transnazionali che esportano repressione e censura.
Un’inchiesta che attraversa tre continenti e smaschera la strategia globale per cancellare l’esistenza queer. Se oggi essere LGBTQIA+ è ancora un crimine in 66 paesi, allora la nostra lotta è tutt’altro che finita.

Alessandro Michetti
Genitori fuorilegge intergalattici

Da padri a criminali universali. Con la Legge Varchi, in Italia, la gestazione per altri è diventata reato ovunque nel mondo, paragonata a crimini come il genocidio. Padri fuorilegge, appunto. Ne parliamo con Cristiano Giraldi, papà di due figli e membro del direttivo di di Famiglie Arcobaleno, che racconta cosa significa crescere una famiglia sotto attacco legislativo e culturale. Una testimonianza potente di amore, resistenza e diritti negati.

Egizia Mondini
Editoriale – Fuori dalla legge. Dentro la storia

Essere fuorilegge è diventata una condizione civile. È l’atto semplice ma radicale di esistere quando la legge si rifiuta di nominarci. È vivere con fierezza in una realtà che la politica ignora. Ma è anche – e forse soprattutto – un atto poetico: costruire linguaggio dove c’è censura, comunità dove c’è isolamento, affetto dove c’è odio. Siamo fuorilegge perché lo Stato non sa ancora scrivere leggi che parlino di noi. Ma sappiamo farlo noi: con le parole, con i gesti, con le piazze.

jkr terf
Sara Tamisari
Cara JK Rowling, o JK TERF, grazie, ma no grazie

J.K. Rowling è la mamma di un ragazzino, anzi di un intero mondo, un mondo meraviglioso che abbiamo amato, e ancora amiamo alla follia. Ma come tutte le mamme, anche lei commette errori. Anche se lei ci è andata giù pesante. Sì proprio lei che aveva aperto le menti di così tantə bambinə, che aveva creato personagge femminili tanto indipendenti, lei che ha cresciuto una, due, tre generazioni. Dal 2018, di misfatti, J.K. Rowling ne ha fatti parecchi. Allora ci domandiamo: è possibile separare l’opera dall’autrice? La seconda puntata di Galassia Clandestina è dedicata a questo argomento “scottante”, nel senso che ci brucia forte: possiamo continuare ad amare Harry Potter senza pensare alle posizioni della sua autrice?

Coordinamento Roma Pride
Il Manifesto politico del Roma Pride 2025

FUORILEGGE non è solo uno slogan. È la realtà che viviamo ogni giorno. Dal diritto alla genitorialità alla libertà di essere se stessə, dal riconoscimento delle famiglie al rifiuto della violenza di genere: il Manifesto del Roma Pride 2025 è una dichiarazione di resistenza collettiva. Se ancora non lo avete fatto, leggetelo qui. Perché se essere fuorilegge significa esistere con dignità, allora lo siamo tuttə.

Alessandro Bentivegna
Forever Young? Cronache (semiserie) della vecchiaia queer nella città che non invecchia mai

Per molti gay, il corpo non è mai stato solo carne: è stato passaporto, armatura, statement politico. Ma cosa succede quando comincia a cedere? Quando gli addominali diventano un ricordo annebbiato e i contorni del viso iniziano una silenziosa ribellione? New York è la città del futuro. Ma, per quanto corra avanti, pare dimenticarsi regolarmente una piccola verità: che il futuro, se tutto va bene, invecchia. Male, se sei gay. In una cultura che ci vuole perennemente “ready for the weekend”, essere vecchi e visibili è un atto poetico. E anche politico. Una nuova, tagliente, puntata della rubrica del nostro corrispondente da New York.

Emiliano Metalli
Pleuteri, Lidi e le dinamiche di coppia a teatro

“I ragazzi che si amano si baciano in piedi contro le porte della notte”, scrive Prévert. È questa l’immagine evocata da “Come nei giorni migliori” di Diego Pleuteri, in scena al Teatro India con regia di Leonardo Lidi, accolto da un tutto esaurito. L’esistenza, l’amore, le difficoltà, le aspettative, il sesso, il desiderio. Il tutto raccontato con naturalezza, senza enfasi sull’omosessualità, che è solo una delle variabili, non la principale. Una performance eccellente: il corpo parla prima della parola, ogni gesto è carico di senso, ogni passaggio è una variazione emotiva.

Extra-complicate
Lesbodrammi – Episodio 4: cercavi uno sguardo, hai trovato un rituale tribale (ovvero come flirtare quando lei è accompagnata da sacerdotesse del sarcasmo saffico)

Esiste una categoria umana precisa, che si manifesta soprattutto nei circoli lesbo: la cricca saffica affiatata, inossidabile, vagamente intimidatoria. Individuate singolarmente, sono dolci ed educate, ma in gruppo, cambiano. In gruppo diventano un’energia nuova: sarcastica, velocissima, tipo sitcom. Dove tu sei l’unica senza copione. Cercavi uno sguardo, e trovi una comunità, un ecosistema.

Alessandro Bentivegna
Cronache da Carroll Gardens: considerazioni sulla danza contemporanea, giovani artistə trans, la nobile woke culture e il dolce alla fine

Woke, ma non troppo. Una serata di danza nel Queens accende una riflessione più ampia su cosa significhi oggi “essere woke” in un tempo in cui la parola è diventata etichetta divisiva, tra slogan ideologici e parodie reazionarie. Cosa resta, davvero, della cultura dell’inclusione quando si libera dalla rigidità del linguaggio e torna ad abitare i gesti, la cura, l’ascolto? Forse, come ricorda Jane Fonda, “woke” significa solo preoccuparsi degli altri. E farlo bene.

Emiliano Metalli
Due donne per sei vite fuori dall’ordinario: D’Abbraccio e Kustermann al Teatro Vascello

Sei donne. Sei serate. Sei storie che hanno lasciato il segno. Al Teatro Vascello di Roma, due grandi interpreti — Mariangela D’Abbraccio e Manuela Kustermann — danno voce a Camille Claudel, Marie Curie, Marilyn Monroe, Maria Montessori, Eleonora Duse e Billie Holiday. Con testi firmati da Dacia Maraini, Maurizio De Giovanni, Sandra Petrignani (e altri), questo ciclo di spettacoli è un viaggio potente nella vita di sei icone femminili tra arte, scienza, teatro e resistenza. Ogni sera una donna diversa. Una storia da ascoltare, sentire, vivere. “Una voce per ogni anima che ha cambiato il mondo.”

Egizia Mondini
25 anni di cultura drag in Italia

“Drag Italia” è un volume che racconta la storia della cultura drag italiana. Un libro-manifesto che attraversa storia, clubbing, memoria, militanza e che racconta figure iconiche dalle esagerate acconciature e dalle pungenti battute. Un prezioso lavoro di ricerca che dà conto di come lustrini, paillettes e tacchi vertiginosi siano una vera forma di espressione politica. Drag non è un costume. È consapevolezza, arte, resistenza. Ne abbiamo parlato con l’autore, Stefano Mastropaolo.

Extra-complicate
LesboDrammi – Episodio 3: la Sacra Trinità lesbica. Tu, lei e la sua ex

Una dinamica che esiste da sempre nella cultura lesbica. Una di quelle costanti che si tramandano di generazione in generazione, come le poesie di Saffo o le cassette di The L Word. Nel nuovo episodio di LesboDramma parliamo di una peculiarità del mondo delle relazioni al femminile: l’ex che resta. L’ex che non scompare. Che diventa “migliore amica” e, spesso, che non se n’è mai andata davvero. E voi siete team “amiche mai” o “armonia a tutti i costi”?

Silvia staff Dyke March
La prima Dyke March della storia italiana è a Roma

Dal 23 al 26 aprile 2025 Roma ospita per la prima volta la Conferenza Lesbica Europea (EL*C) e la prima Dykemarch italiana: un evento storico, politico e rivoluzionario nel cuore della capitale. In un momento segnato da attacchi ai diritti LGBTQIA+, questa iniziativa è un grido di resistenza, visibilità e orgoglio lesbico. Ce ne parla una delle organizzatrici.

Porpora Marcasciano
Dagli Stati Uniti all’Italia: cresce la stretta sui diritti delle persone trans

“Sono appena tornata da un’America in cui anche le biblioteche sussurrano. Le parole non scorrono più libere nei corridoi delle università: si spiano, si annotano, si correggono. Gli studenti, soprattutto quelli queer o stranieri, vivono in apnea, temendo una deportazione mascherata da burocrazia. E mentre mi arrivano le prime notizie dalla Florida – patenti strappate alla verità delle persone trans – scopro che anche l’Italia vuole “schedare” i corpi non conformi. Non è un inciampo. È una strategia. E noi siamo ancora troppo silenzios*”. Porpora Marcasciano, Presidente onoraria del Movimento Identità Trans (MIT), ci racconta il suo rientro in Italia.

Alessandro Bentivegna
Cronache da Carroll Gardens: appunti sotto le volte del Met, su famiglie e diritti per tuttə

Cosa unisce due famiglie gay, un croissant decente a Central Park e la memoria dei sarcofagi egizi? In questa nuova puntata, Alessandro Bentivegna ci accompagna tra le sale del Met, tra tessere museali, brunch sospesi e domande scomode sulla democrazia. Perché i diritti civili, come i musei, sono spazi da abitare. Una riflessione in punta di penna sull’identità, i privilegi e il rischio (serissimo) di diventare progressisti solo nel proprio quartiere. Seconda puntata di Cronache da Carroll Gardens. Solo su Aut.

Davide Ferraro
L’odore che resta

Amori, cortili e dittature interiori: il romanzo di Giuliano Brenna racconta Lisbona, ma soprattutto Mattia. Orfano precoce, amante silenzioso, uomo in cerca di sé e di un futuro che non sa ancora se gli appartiene. In una città attraversata da storia e rivoluzione, tra odori che conservano la memoria e legami che sanno di salvezza, Brenna ci consegna un racconto struggente e potente sull’identità, il desiderio e la possibilità di rinascere. Ne abbiamo parlato con l’autore.

Emiliano Metalli
Ferdinando/Cirillo: per chi desidera immergersi nelle sfumature dell’animo umano

Nel panorama del teatro italiano del secondo Novecento, pochi autori hanno saputo intrecciare con tanta audacia il tema del desiderio sessuale con un gioco linguistico che contrappone tradizione e contemporaneità. “Ferdinando” di Annibale Ruccello è un vero capolavoro di drammaturgia che esplora i temi del desiderio sessuale e del suo potere sull’altro. In scena al Teatro India.

Emiliano Metalli
“La pulce nell’orecchio” di Carmelo Rifici al Teatro Vascello: un vaudeville in chiave contemporanea

Dal 28 marzo al 6 aprile 2025, il Teatro Vascello di Roma ospita “La pulce nell’orecchio”, il celebre vaudeville di Georges Feydeau in una nuova versione diretta da Carmelo Rifici. Il teatro, come la letteratura e il cinema, si conferma uno spazio di resistenza culturale, capace di dare voce a chi spesso viene messo a tacere. Su Aut vi segnaliamo, raccontiamo e consigliamo tutti quegli spettacoli da non perdere.

Extra-complicate
LesboDrammi – Episodio 2: il paradosso della “tranquilla”, ovvero, il lupo vestito da agnello

Quante volte restiamo in situazioni tossiche solo per il bisogno di provare a noi stesse di poter “gestire” l’altro? Quante volte ci convinciamo che se resistiamo abbastanza, se dimostriamo il nostro valore, la persona davanti a noi smetterà di essere una sfida e diventerà un porto sicuro? L’amore è un labirinto pieno di false uscite. Ogni tanto ci fermiamo, guardiamo indietro e ci chiediamo come abbiamo fatto a perderci di nuovo. Forse il segreto non è trovare la via d’uscita, ma imparare a riconoscere i segnali d’allarme prima di entrare. Eccovi il nuovo episodio della rubrica Lesbodramma.

Sara Tamisari
Galassia Clandestina: il genere è necessario?

Benvenutə su Galassia Clandestina, la nuova rubrica di Aut che accende il cervello e apre mondi. Qui si parla di tutto: queerness, film, serie tv, libri, manga, anime, videogiochi e marketing. Uno spazio di dialogo, per chi cerca connessioni fuori dalle orbite mainstream, dove sentirsi al sicuro nel condividere anche ciò che è personale, senza censura. Se è un safe space quello che cercavate, avete trovato il vostro pianeta.

Alessandro Bentivegna
Cronache da Carroll Gardens: appunti sul successo, i cani e l’America di Trump

Benvenuti a New York, dove il sogno americano si misura in metri quadri e saldo disponibile. Alessandro Bentivegna racconta la sua nuova vita nella Grande Mela, tra brunch progressisti e realtà ben più spietate. Una coppia gay, due cagnoline e una domanda scomoda: quanto vale davvero una vita umana, oggi? Un nuovo appuntamento imperdibile, e in esclusiva su Aut, per chi ama punti di vista pungenti e storie senza filtri. Seguite “Cronache da Carroll Gardens” e scopriamo l’America raccontata da chi la sta vivendo da dentro.

Extra-complicate
LesboDrammi – Episodio 1: l’eterno ritorno dell’etero-curiosa

Una nuova rubrica, nata tra i corridoi del Mieli e approdata qui per raccontare, ridere e ironizzare su una delle caratteristiche più frequenti della comunità lesbica: i drammi amorosi che solo le donne tra loro riescono a creare. Nasce quindi su Aut: LesboDramma, rubrica ironica, tragicomica e spaventosamente realistica sulle liturgie amorose tra ragazze. A firmarla è il collettivo delle Extra-complicate che, attraverso il loro spazio, ci raccontano, con autoironia e un pizzico di cinismo, il caos sentimentale, i déjà vu amorosi e quelle piccole grandi nevrosi che ogni donna queer conosce bene. Non perdetevi nemmeno un episodio. Eccovi il pilota.

Luca Ragazzi
La lettera T nel cinema

Per troppo tempo il cinema ha parlato delle persone trans senza lasciarle parlare davvero, riducendole a inganni, tragedie o mostri. Da The Rocky Horror Picture Show, che ha scardinato il genere con ironia, fino a Emilia Perez, dove identità e destino si riscrivono, il cinema inizia a restituire alle persone trans il diritto di essere protagoniste. Non è solo rappresentazione, è riscrittura dell’immaginario. Ecco i film che hanno segnato questo viaggio.

Andrea Amadio @LibriconFragole
5 libri sull’essere transgender

Le parole creano ponti, non barriere. Per questo vi consigliamo 5 libri che raccontano l’essere transgender con profondità e autenticità. Dalla letteratura classica ai graphic novel, storie di transizione, identità e resistenza. Perché leggere significa anche comprendere. A fare questa “classifica” non poteva che essere lui: Andrea Amadio, ovvero @Libriconfragole, il più brillante book influencer in circolazione. “In un mondo dove i vari governi cercano di annullare i dibattiti sulla questione dei corpi e delle persone transgender, voglio continuare a combattere e lottare con le armi che so usare meglio: i libri”.

Emiliano Metalli
“Erodiade” di Testori: il grido del desiderio al Teatro Vascello

Nella poetica di Giovanni Testori, il corpo e la parola si fondono in un grido lacerante, una lingua slabbrata e reinventata, che in “Erodiade” diventa l’urlo di un’identità che sfugge a ogni definizione. In scena a Roma.

Emiliano Metalli
“Ho paura torero” al Teatro Argentina: quando l’attore diventa Resistenza

Il teatro, come la letteratura e il cinema, si conferma uno spazio di resistenza culturale, capace di dare voce a chi spesso viene messo a tacere. Su Aut vi segnaliamo, raccontiamo e consigliamo tutti quegli spettacoli da non perdere.

Egizia Mondini
Editoriale – The T Word

Aut torna con un monografico sulla comunità trans e una nuova sezione aggiornata con rubriche, attualità, storie e approfondimenti dal mondo LGBTQIA+. Questo mese, accendiamo i riflettori su “The T Word” e sulla nuova sezione Aut Now.

Ignazio Billera
L’ombra di Trump: perché riguarda tuttə noi

Dagli attacchi alle persone transgender alla censura del linguaggio: le politiche di Trump minacciano i diritti LGBTQIA+ e potrebbero avere ripercussioni anche in Europa. Anzi, hanno già iniziato. 

Giorgio Umberto Bozzo
In ricordo di Ivan Teobaldelli

Scrittore, poeta, critico d’arte, è stato fondatore, editore e direttore di «Babilonia», la prima rivista di cultura omosessuale in Italia pensata per un pubblico generalista, fondata nel 1982. Aveva 76 anni. Questa è l’ultima intervista concessa a Giorgio Umberto Bozzo, con cui vogliamo rendergli omaggio e riconoscergli il ruolo che merita nella storia della cultura LGBTQIA+ italiana.

Antonia Caruso
Ma è davvero solo colpa di Trump?

Dalla paura del complotto alla caccia alle streghe: come la transfobia si alimenta attraverso la cultura del sospetto e della paranoia collettiva. Una voce un po’ fuori dal coro. O no?

Karma B
Quell* che al Pride non ci vogliono andare secondo le KarmaB

Il Pride è inclusività, comprensione e difesa strenue della libertà individuale, anche quella di non partecipare al Pride. Ma chi sono quelli che al Pride non ci vanno o non ci vogliono andare? Abbiamo chiesto alle Karma B di interpretare per noi questo concetto attraverso la loro scintillante creatività.  

Egizia Mondini
L’editoriale – GenderAzioni: 30 anni di pride

Com’è cambiato il pride negli ultimi 30 anni? È possibile che il suo significato politico, culturale e sociale si sia modificato? In meglio? In peggio? Con GENDERAZIONI abbiamo voluto mettere in prospettiva il percorso che la comunità LGBTQIA ha fatto dal primo Pride del 1994. È l’occasione per riflettere su come il significato del Pride sia cambiato nel corso degli ultimi tre decenni. E per ripercorrere le diverse istanze evolute in base al contesto storico.

Egizia Mondini
Annalisa, la Queen del pop che conquista tutt*

L’artista italiana più ascoltata su Spotify, prima italiana nella top 100 globale di Billboard, è la madrina del RomaPride 2024. L’abbiamo intervistata alla vigilia della manifestazione. 

Loredane M. Tshilombo
Pride: ieri, oggi, domani

Nel corso di 30 anni il pride in Italia ha attraversato diverse fasi. Come è cambiato negli anni, come è percepito diversamente dalle generazioni, nei propositi, negli obiettivi, nei racconti e soprattutto in un’ottica intersezionale? Una prospettiva personale e politica di una militante cresciuta insieme e in mezzo ai cortei.

Santiago Olivares
L’ispirazione di SakoAsko per il RomaPride

Santiago Olivares, meglio conosciuto come SakoAsko, è l’artista che ha realizzato l’illustrazione-manifesto del RomaPride 2024. Gli abbiamo chiesto di di raccontarci cosa lo ha ispirato per realizzarla.

Luca Ragazzi
40 anni di pride attraverso il cinema

Abbiamo fatto passi da gigante da quel ’94 del primo Pride italiano e il cinema e la televisione, da sempre specchio della società, lo hanno saputo raccontare bene. Anzi, talvolta, è lecito pensare che abbiano aiutato il dibattito, mostrando quantomeno modelli diversi da quelli veicolati dalle barzellette e nel migliore dei casi, traghettando il paese verso il progresso. Ripercorriamo insieme i film più significativi per la comunità.

Chiara Sfregola
Le unioni civili ci hanno regalato l’illusione di essere un Paese normale

Le istanze dei Pride dal 1994 a oggi sono cambiate? E come si sono evolute? Un dato è certo: volevamo una legge contro l’omolesbotransfobia e non l’abbiamo. Sono passati 8 anni dall’approvazione delle unioni civili e del matrimonio egualitario nemmeno l’ombra. Si sta avverando la profezia paventata da Famiglie Arcobaleno all’epoca, e cioè che questa legge “contentino”, incompleta a causa dello stralcio della stepchild adoption, non sarebbe stata toccata per 10 anni. Poi dicono che i Pride non servono più…

Isa Borrelli
Nostra è la rabbia

Il primo Pride fu rivolta. E mai come oggi in Italia e nel mondo lottiamo per la sopravvivenza. Viviamo sotto un governo fascista che perseguita le persone trans* e nonbinarie, le coppie omogenitoriali e lesbiche, che picchia studenti, ostacola il diritto all’aborto, nega una casa e un salario minimo a una popolazione sempre più povera, ma soprattutto è complice di un genocidio che osserviamo sempre più assopiti dagli smartphone. E’ tempo di riprendenderci spazi, luoghi e potere di parola.

Alessandro Michetti
Scie luminose queer al METEORE Fest 2024

Quest’anno non dovremo aspettare la notte di San Lorenzo per vedere delle meteore attraversare il cielo, basterà puntare il nostro sguardo verso gli spazi di Roma Smistamento fino al 15 giugno e di BASE Milano dal 21 al 29 giugno. A sprigionare l’energia detonatrice queer sarà il METEORE Fest – Lo spazio è queer. Ne parliamo con Carlo Settimio Battisti, Nicola Brucoli e Federico Sacco di TWM Factory.

Valeria Scancarello
La genZ incontra Dario Bellezza

“Bellezza, addio” è il titolo del documentario ideato da Massimiliano Palmese e diretto insieme a Carmen Giardina. Si tratta di un omaggio alla figura di Dario Bellezza, il celebre poeta romano, amico di Pasolini, Moravia, Morante, una delle voci più intense e originali della poesia italiana contemporanea. Ci siamo chiesti: quanti giovani oggi lo conoscono? Per questo abbiamo affidato a una delle nostre giovani penne l’intervista a Massimiliano Palmese. Quello che state per leggere è l’incontro tra le nuove generazioni e Beltà.

Sciltian Gastaldi
Fra pischell* e “scarti” 

Come cambiano i giovani di oggi rispetto a quelli di ieri. Fra errori, imprecisioni, ideologie e voglia di cercare un senso. Tre prospettive raccontate da student* del liceo e una panoramica offerta dal loro professore.

Paolo Notarticola
Il presente e il futuro visto dagli student*. Battaglie di oggi e obiettivi di domani

Le manganellate a Pisa. Il decreto ecovandali. I tagli all’istruzione. Segnali forti di assenza totale di politiche concrete a sostegno dei giovani. In questo contesto, le manifestazioni studentesche rappresentano non solo un mezzo per esprimere dissenso, ma anche un’opportunità di partecipazione attiva alla vita democratica del Paese. 
Un’appassionata analisi in prima persona delle sfide che si trovano a fronteggiare l* giovani. Con granitica determinazione.

Andrea Collins Amadio
Libri young adult, per adolescenti e non solo

La letteratura young adult è un genere per giovani adulti, ossia quella nicchia di adolescenti che va dai 14 ai 19 anni, troppo grande per le storie da bambini, ma ancora acerbo per un Michel Houellebecq o un Carrère. Hanno per protagonisti teenager da poco maggiorenni che affrontano i dilemmi tipici dell’adolescenza La realtà, però, è che il genere viene spesso letto maggiormente da chi i 20 li ha superati anche da alcuni anni. I maggior fruitori infatti sono persone di 40 anni. Forse perché la letteratura non ha mai età, come le emozioni. 

Sara Innamorati
La grammatica del conformismo nella scuola e nelle università italiane

Quanto è difficile riuscire a trovare una propria identità e una propria verità in un contesto di estremo conformismo, studiando su libri di testo scritti perlopiù da uomini eterosessuali e cis-gender? Continuare a insegnare con un sistema binario limita studentesse e studenti nella loro consapevolezza identitaria. La grammatica del conformismo spiegata da chi la vive sui banchi di scuola.

Camilla Rugolotto
Il modello transfemminista per rendere la scuola un posto sicuro

Per raggiungere un modello di scuola inclusiva servono strumenti per riconoscere, combattere e prevenire dinamiche di prevaricazione e violenza di genere insite in abitudini, gesti e parole di matrice patriarcale di cui siamo inconsapevoli. Abbiamo chiesto a Rete degli Studenti Medi, associazione fatta da student3 delle scuole superiori, di raccontarci la scuola italiana da chi vive quelle aule e quei corridoi ogni giorno.

Nicolas Pasantes
Come rendere la scuola uno spazio aperto a tutti i corpi e le identità?

La scuola italiana deve fare i conti con un problema di omobilesbotransfobia e, per quanto carriere alias e bagni genderless siano un primo passo per diminuire il minority stress che le persone lgbtqia+ soffrono quotidianamente anche dentro le mura scolastiche, bisogna fare molto di più. A dircelo, questa volta non sono i dati, ma loro: l3 student3. Abbiamo chiesto infatti a Rete degli Studenti Medi, associazione fatta da student3 delle scuole superiori, di raccontarci la scuola italiana da chi vive quelle aule e quei corridoi ogni giorno.

Nicola Brucoli e Ulderico Sconci
Roma, una puntata alla volta

Si dice sempre che c’è uno scollamento tra i giovani e la politica. Che la gen Z pensa solo ai social e a diventare famos*. Noi invece vi raccontiamo un’altra realtà. Quella dei tant* ragazzi e ragazze roman*, i pischelli appunto, impegnati e interessati alla politica. E lo facciamo attraverso gli autori di Roma Capita, un podacast che racconta una capitale piena di associazioni e comitati dal basso, di iniziative e centri culturali indipendenti formati da giovanissim* e che fa le pulci agli amministratori. Altro che i balletti di TikTok.

Emiliano Metalli
Pischellə teatrali e non: qualche esempio e un po’ di storia

Nel mondo del teatro e dello spettacolo sono tant* i giovani e le giovani artist* che hanno conquistato passo dopo passo spazi di creatività, influenzando sottili mutamenti sociali. Da Sarah Bernhardt a Greta Garbo, da Marlene Dietrich a Judy Garland, da Mario Mieli fino ai giovan* autori di oggi. Artist* che hanno saputo scavare nel tema identitario cercando di rinnovare lo spessore, il volume e il carattere di ogni scelta di autodeterminazione, impiegando linguaggi trasversali. 

Chiara Tesei
Quel (poco) che ho capito sull3 piskell3

Non può esistere più lotta queer senza quella transfemminista, antirazzista, per il clima e per qualunque istanza non rispetti la vita, umana e non. Le nuove menti affrontano le loro battaglie con creatività. Hanno i mezzi e sanno come usarli. Conoscono le parole per comunicare ciò che sentono. E se per quello che sentono la parola non esiste, nessun problema: la creano. Ecco come sono l3 pischell3 attivist3 della gen Z, visti da Chiara Tesei, referente del Gruppo Giovani del Mario Mieli. 

Sciltian Gastaldi
HIV, 40 anni senza vaccino

La scoperta del virus dell’immunodeficienza acquisita umana (Hiv) compie in questi giorni 40 anni, 23 aprile 1984, ed è un compleanno davvero triste, perché a oggi non esiste ancora un vaccino e le prospettive future non sembrano promettere nulla di buono. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Caterina Fimiani, medico specialista in Allergologia e Immunologia clinica presso il Policlinico Umberto I di Roma.

Egizia Mondini
L’editoriale – Pischell*

La parola a chi è adolescente, studente, nativodigitale, alle giovani menti, alle generazioni Zeta e Alfa. Del resto sono da sempre ciclicamente loro il motore del loro tempo. Questo AUT lascia la parola (e la tastiera) ai pischell*.

Francesco Ferreri
Dall’alto al basso. Perché è sempre tutta colpa dei giovani

Quando parliamo di discriminazioni, e di come quelle discriminazioni vengono raccontate, non possiamo non riconoscere il ruolo che il potere ha in questa dinamica. La società ha imposto delle gerarchie molto chiare sui corpi e sulle identità delle persone e questo sistema di potere fa di tutto per preservarsi, così come fa di tutto per manipolare ogni forma di protesta che potrebbe metterlo in difficoltà. Finché le generazioni più grandi continueranno a guardare quelle più piccole “from top to bottom”, non avremo uno sguardo oggettivo.

Yuri Guaiana
L’importanza della solidarietà internazionale per la comunità lgbtqia+ in Russia

Una delle situazioni più pericolose che come comunità ci troviamo oggi a fronteggiare è la dura repressione in Russia. La Corte Suprema russa ha dichiarato il movimento pubblico internazionale lgbtqia+ come estremista. A pochi giorni dalle elezioni presidenziali, due persone che lavoravano in un bar gay sono state arrestate e ora rischiano fino a 10 anni di reclusione. Non potevano che scatenarsi proteste, petizioni e azioni collettive: un’ondata di solidarietà internazionale necessaria e, ci auguriamo, efficace. 

Emiliano Metalli
Neapolis e le sue voci. In memoria di Enzo Moscato

A distanza di un mese dalla sua morte, disegniamo un profilo del regista e attore italiano, esponente di spicco della nuova drammaturgia partenopea. Enzo Moscato ha espresso Napoli con spudoratezza, narrando un mondo parallelo di emarginati, prostitute e omosessuali, metafora di una condizione esistenziale sospesa tra il maschile e il femminile.

Luca de Santis
L’editoriale – Monopolis: la città per un solo giocatore

Nel gioco del “Monopolis”, metafora della nostra società attuale, le nostre città sono diventate più chiuse che mai, i benefici e i privilegi sono tutti per un singolo cittadino: quello maschio, eterosessuale, bianco, abile, ricco, conforme, quello che vince “senza passare dal Via!”, mentre il resto della popolazione viene messo da parte, ignorato o addirittura penalizzato.

Baldurs gate 3
Marina Pierri
Quando il (video)gioco è inclusivo: la lezione del consenso di Astarion in Baldur’s Gate 3

Può un videogioco insegnare cosa sia il consenso e l’abuso? Essere survivor o abuser? Nel pluripremiato videogame Baldur’s Gate 3 il personaggio pansessuale di Astarion è una masterclass di scrittura, in un “viaggio dell’eroina” sviscerato dalla più esperta studiosa del campo, Marina Pierri.

Majid Capovani
Stai fermo un turno, anzi, due! La (velata) oppressione delle identità impreviste

Non si è solo emarginatə in quanto queer, ma in quanto queer e razzializzatə, in quanto queer e religiosə, queer e neurodivergentə/disabilə e molte altre possibili combinazioni. Trovare dei luoghi davvero safe, in cui poter esprimere liberamente la propria identità con tutte le sue intersezioni, diventa molto difficile, contribuendo ad alimentare quel senso di solitudine e isolamento che moltə di noi si portano dietro, imprevisti di una società che non contempla esistenze e vissuti come i nostri. Strettə nella sensazione di essere sempre “troppo” o “troppo poco”.

Luca Ragazzi
Festival di cinema queer in Italia. Lo stato dell’arte

In tempi in cui il cinema è nel nostro salotto, hanno ancora senso i festival? Se i film a tematica LGBTQIA+ ormai vincono gli Oscar, ai festival restano solo gli scarti? Non è così. Dietro questi festival c’è un enorme lavoro di ricerca.

Milo Serraglia
Perché è importante la carriera alias nelle scuole e sul lavoro

Le vite delle persone trans* sono sotto bombardamento istituzionale e mediatico: ispezioni, illazioni, interrogazioni parlamentari, talk televisivi, raccolta firme piegati alla retorica pro-life. Alla battaglia contro la carriera alias, ora si aggiunge il caso dell’Ospedale Careggi di Firenze con l’ennesimo attacco strumentale nei confronti delle persone più piccole della nostra comunità, bambin* e adolescenti gender variant. E’ necessario proteggere le persone trans* più giovani a partire dal diritto allo studio e a non essere oggetto di discriminazione, proprio come prevede la nostra Costituzione.

Mohamed Maalel
Imprevisti e probabilità: essere italiani di seconda generazione

Nascere e crescere in Italia con un padre tunisino e una madre italiana spesso significa essere ritenuti soggetti al limite, continuamente in cerca di definizione. Siamo sicur* di star giocando con le stesse regole?

Marcello Lupo
Vai in prigione! Storia di una rinascita

Quanti sono i pregiudizi e le difficoltà che gli ex detenuti devono fronteggiare quando vengono reintrodotti nella società? La reintegrazione nel tessuto sociale e lavorativo è un passo cruciale per la vera libertà e il cambiamento positivo nella vita di chi ha scontato una pena e deve essere messo in condizione di tornare alla vita.

Aldo Mastellone
Soldi colorati: come riconoscere il rainbowashing nelle campagne Pride

Nella città di Monopolis come orientarsi nella comunicazione aziendale della diversity e inclusion? Perché un’azienda decide di esporsi su questi temi? E’ vero che “guadagnano sulla nostra pelle” come spesso leggiamo sui social network? Ed è davvero solo per soldi? Ecco una guida semplice e pratica su come riconoscere il rainbowashing. 

Marina Cuollo
Tu non giochi! Rivoluzionare la rappresentazione della disabilità nei media.

Mentre i paesi anglofoni iniziano ormai a considerare inammissibile la simulazione del corpo disabile come performance attoriale, in Italia questa è una pratica ampiamente diffusa. Riconoscere l’importanza di avere persone con disabilità nell’intera filiera dell’industria audiovisiva è un passo fondamentale. Che è tempo di fare.

Isabella Borrelli
Sfamiglia Queer: da cura a pratica politica

La decostruzione della famiglia tradizionale: una riflessione sulle nuove dinamiche relazionali che mettono in discussione una serie di concetti che non ci rappresentano più nelle identità. E ancora: l’importanza delle reti relazionali queer e le sfide nel contesto politico contemporaneo. Perché oggi più che mai la famiglia è politica.

Luca de Santis
Il mio mondo nei videogiochi

In occasione dell’uscita del suo nuovo romanzo “Gamer girl”, abbiamo intervistato Valerie Notari, autrice transgender, gamer e veterana del cosplay italiano. Un intimo sguardo a un’altra famiglia, quella virtuale del mondo dei videogiochi. Una conversazione appassionante sulla crescita personale, l’identità di genere e il potere transformativo delle storie.

Sciltian Gastaldi
Storia di un gruppo rivoluzionario degli anni ’80

Uno dei primi esempi di quella che oggi chiamiamo famiglia queer ebbe origine proprio a Roma, tra le persone del gruppo dirigente del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, nella seconda metà degli anni ‘80. Una domenica pomeriggio, abbiamo riunito in un salotto romano alcuni di loro: Francesco Gnerre, Giorgio Gigliotti e Andrea Pini, e ci siamo fatti raccontare da loro quella che fu la loro ‘comune frocia’. Nel ricordo di Marco Sanna.

Sara Paolella
Scomodo: una questione di famiglia

Scomodo è uno dei prodotti editoriali più interessanti degli ultimi anni. E’ un mensile cartaceo di approfondimento che rappresenta uno spazio di espressione per centinaia di redattori, artisti, creativi e scrittori under 30. Come Aut, combattono la superficialità, la mancanza di approfondimento dell’informazione mainstream e vogliono connettere mondo fisico e digitale. E la redazione è all’interno dello Spin Time, spazio di rigenerazione urbana a Roma. Se non sapete chi sono, è tempo di conoscere questi ragazzi.

Luca de Santis
Queer family: le serie TV che la raccontano meglio

Nella comunità LGBTQIA+ la famiglia ha tanti significati, più ampi e complessi di quanto si creda, e le serie TV negli ultimi anni hanno provato a raccontarle. Io ho chiesto alla mia famiglia queer di mandarmi un vocale con i loro titoli preferiti. Un po’ diario, un po’ podcast, un po’ una finestra intima. Perché se si ha avuto la fortuna di incontrare persone così speciali, condividerle è il miglior regalo che si possa fare.

Mauro Angelozzi
Madonna Celebration Tour: riunione di famiglia

Quello che Madonna ci ha sempre insegnato è che non è nei legami di sangue che si trova la pace. E quella che si è ritrovata intorno a lei in occasione del Celebration Tour è sicuramente la sua fedele e inossidabile (come lei) queer family: vite sopra le righe, famiglie dove tutto è possibile, dove ci si ama e ci si odia in libertà, dove la stravaganza si fa arte e il genere conta zero. Noi eravamo alla tappa di Colonia e vi raccontiamo com’è andata. 

Karma B
A Michela Murgia

“Ricordatemi come vi pare”, ha detto, e si è fatta isola, miraggio superiore, fata morgana, distanza da non colmare, qualcosa che non si può ricordare, come un verbo che ha solo il presente, impossibile da coniugare. Se esistessero le parole giuste per “dire” Michela Murgia sarebbero quelle che le Karma B hanno dedicato a lei sul palco dei Rainbow Awards 2023, di fronte al marito, il figlio e una parte della sua numerosa e variegata queer family. 

Roberta Ortolano
Il nostro percorso di procreazione medicalmente assistita 

Un viaggio intimo attraverso le sfide della maternità lesbica: un racconto di coraggio, speranza, resistenza e determinazione con il sogno di diventare genitori.

Giovanni Raulli
Casa Arcobaleno: le famiglie che ti salvano

Siamo entrat* all’interno di Casa Arcobaleno, il rifugio per giovani LGBTQIA+ espulsi dalle proprie famiglie. Perché non sempre le famiglie di origine rappresentano un porto sicuro. E per salvarci abbiamo bisogno di scialuppe di salvataggio.

Egizia Mondini
L’editoriale – Queer families

Le famiglie queer, intese come reti di affetto e sostegno costruite al di là dei tradizionali legami di sangue, rappresentano un esempio tangibile di amore, inclusività e solidarietà. Quanto sono state importanti in passato e quanto lo sono ancora oggi?

Andrea Pini
Co-housing: una proposta per vivere insieme

Dove spariscono le persone LGBTQ+ quando invecchiano? La maggior parte si ritira riducendo contatti, relazioni ed attività sociali, fino all’invisibilità. Eppure sono tante le energie, le competenze, le esperienze che possiamo mettere in circolo per far fluire in azioni di aiuto reciproco. Serve un ponte tra le vecchie e le nuove generazioni, che dia un senso ai ricordi degli uni e forza agli altri. E il co-housing può rispondere a questa esigenza.

Pino Anastasi
Famiglie di salvataggio ai tempi dell’aids

Un viaggio nelle memorie di chi ha affrontato l’epidemia di aids, dalle prime notizie a una tesi di laurea, da Muccassassina all’Unità di Strada, il  racconto di chi ha trasformato l’impegno in sostegno.

Chiara Tesei
Di salute mentale e tabù di coppia

Conversazione corale tra Chiara Tesei, Ali Bravini, Elena Incatasciato sui tabù nelle relazioni.

Elena Incatasciato
Di bisessualità e pansessualità

Conversazione corale tra Chiara Tesei, Ali Bravini, Elena Incatasciato sui tabù nelle relazioni.

Ali Bravini
Di poliamore, neurodivergenze e salute mentale

Conversazione corale tra Chiara Tesei, Ali Bravini, Elena Incatasciato sui tabù nelle relazioni.

Michela Andreozzi
E se non voglio essere madre?

Essere donna prima di essere madre. Decidere di NON avere figli è ancora un tabù. Dalla discriminazione alla scelta: il percorso verso una vita senza maternità raccontato dalla sagace penna di Michela Andreozzi.

Egizia Mondini
L’editoriale: quali sono i tabù di oggi?

Quello che è tabù per uno può essere pregiudizio per un altro. Quando apriamo il barattolo e dobbiamo decidere cosa metterci dentro, le diverse prospettive emergono e diventano esse stesse un interessante spunto di riflessione e confronto. 

Alessandro Michetti
Il porno è ancora un tabù?

La vergogna è il braccio armato dei tabù, che a loro volta sono l’impalcatura che tiene in piedi uno dei dogmi più insidiosi e castranti che esistano: la sacralità del sesso. Intervista ad Alice Scornajenghi, creatrice dell’acclamata fanzine erotica Ossì, spazio per una narrativa porno di qualità.

Raffaella Mottana
Soli

Il tema tabù coinvolge anche la questione delle nuove coppie: troppie, coppie aperte, poliamoros*. E proprio a questo è ispirato questo racconto. Un altro frutto della collaborazione con Accento Edizioni con i suoi promettenti, brillanti giovani autori. 

Francesco Ferreri
Tabù, tra paura e controllo

Il potere dei tabù: strumenti sociali di controllo e l’influenza infettiva all’interno dei gruppi, anche lgbtqia+.

Giulia Paganelli
Corpi grassi: tabù e identità nella comunità LGBTQIA+

Grassofobia: la battaglia contro gli stereotipi nella comunità LGBTQIA+, nell’era di Sam Smith.

Ali Bravini
Basta un pezzo di carta (?)

Tabù di genere e percorsi trans: la necessità di un cambio radicale.

Luca Ragazzi
La sessualità tra gli anziani nel cinema: oltre il tabù 

Desiderio e intimità: rappresentazioni della sessualità tra anziani, oltre gli stereotipi. Ecco un’antologia dei film che trattano (bene) l’argomento. 

Egizia Mondini e Alessandro Michetti
Lo stigma della depressione

Intervista al Trio Medusa, ambassador della campagna “La Depressione non si sconfigge a parole”.

Valeria Scancarello
Il “peso” dello stigma: centimetri della mia storia

Affrontando la grassofobia: una riflessione personale sulla società e l’accettazione di sé.

Egizia Mondini
L’editoriale – Nuove mappe per orientarsi

C’è venuta voglia di indagare nuove geografie, zoomando sui dettagli, sbirciando dentro i vicoli delle nostre sfumature, vedendo fino a che punto ci siamo spinti alla scoperta di nuovi territori, ridisegnando la mappa del nostro ecosistema. Ne è emersa una nuova cartografia della comunità lgbtqia+, e non solo, intrigante e stimolante, ma con confini mai troppo definiti. Non vi resta che sfogliare l’atlante insieme a noi.

Isabella Borrelli
Il linguaggio inclusivo fa schifo

“Vi inventate sempre nuove parole” è l’accusa più diffusa e fessa mai fatta alla comunità lgbtqia+. Il linguaggio neutro ha provato a proporre nuove mappature che scardinassero il maschile universale. L’utilizzo di linguaggi neutrali e non binari ha avvistato una nuova terra del linguaggio queer. La rottura del paradigma, della norma e del cambiamento è invece non solo qualcosa a cui aspirare ma una pratica politica. E’ anche attraverso il cambiamento e sovvertimento del linguaggio che pratichiamo la nostra dissidenza. E affermiamo la nostra esistenza. 

FRAD
Non si può più dire niente?

Sembra l’argomento del momento, anche in bocca a chi ancora fa fatica a capirne il senso. Un senso prima ancora umano che politico. E allora noi, abbiamo pensato di prenderci anche un po’ in giro. Per non farci dire che ci prendiamo sempre e solo troppo sul serio. E chi meglio di FRAD poteva riuscirci? Ma davvero con noi persone LGBQTQIA+non si può più dire niente? E non si può scherzare? Per fortuna ci sono le vignette di Frad.

Antonia Caruso
È davvero inclusivo parlare inclusivo? 

Abbiamo iniziato davvero a credere che cambiando le parole sarebbe cambiato il mondo. Se non ché, il resto del mondo continua a non saper né leggere né scrivere e la lingua del futuro non sarà sicuramente l’italiano.

Jennifer Guerra
Il movimento trans-femminista oggi in Italia

Non solo grandi città. Dalle Case delle donne ai centri antiviolenza; l’importante rete di supporto della rete transfemminista italiana cresce nei piccoli centri con oltre 150 gruppi e iniziative.

Gayly Planet
Le nuove geografie del turismo LGBTQIA+

Dai Grand Tour ai Gay Camp: il turismo LGBTQIA+ in Italia racconta la storia della nostra comunità, dall’Ottocento fino ai giorni nostri.

Vincenzo Branà
L’importanza dei pride di provincia

Piccoli centri, grandi Pride: dal caso di Latina a quello di Campobasso, dalla crescita di Ragusa all’abbraccio orgoglioso di Lodi. E se la politica LGBTQIA+ ripartisse da qui?

Indice dei contenuti
Ultimi post
NOI SIAMO SOCIAL

Seguici per rimanere aggiornat*!

La pagina che stai cercando è in aggiornamento! Contattaci per non perderti nessuna novità di AUT Magazine!