INTRODUZIONE
Quest’anno il Roma Pride sarà FUORILEGGE. Non è solo uno slogan. È una realtà che viviamo ogni giorno. Ci hanno derise, siamo state cacciate di casa, ci hanno picchiate, ci hanno ucciso. Hanno provato a farci tacere. Noi gridiamo ancora più forte. La storia ci insegna che nessuna legge ingiusta ha mai fermato una rivoluzione. Siamo la resistenza globale, il Pride che non si piega, la voce che non si spegne, la comunità che non arretra. Un passo indietro sul Pride è un passo avanti verso una storia che conosciamo fin troppo bene.
In Italia, come nel resto del mondo, essere persone LGBTQIA+ significa vivere ai margini: criminalizzatə, censuratə, ridottə a bersagli politici. Nel 2025, la nostra libertà è sotto attacco.
Ci dicono che non possiamo autodeterminare i nostri corpi. Ci negano il diritto di formare le nostre famiglie. Ci accusano di fare propaganda solo perché esistiamo. Scenderemo nelle strade per abbattere quel sistema patriarcale che ha già violentemente deciso chi e come dobbiamo essere. La comunità transgender e non binaria, in Italia e nel mondo, sta subendo un vero e proprio tentativo di cancellazione.
In un’America trumpiana, che fomenta odio e divisione, si cancella la lettera “T” dal monumento di Stonewall, il simbolo della lotta trans* e dell’inizio della liberazione LGBTQIA+, iniziata da Sylvia Rivera e Marsha P. Johnson, donne trans non bianche, sex worker e marginalizzate. Questo è solo uno degli innumerevoli attacchi a una comunità che viene messa ai margini quasi a livello globale, basti pensare alla Russia di Putin e all’Ungheria di Orban dove di fatto è impossibile iniziare un percorso di affermazione di genere, negando l’esistenza di qualsiasi identità al di fuori del binarismo. A casa nostra vediamo attacchi continui alle famiglie arcobaleno, che si vedono negare ogni diritto e riconoscimento da forze politiche che, paradossalmente, si dichiarano difensori della famiglia; attacchi alle donne, cui viene sottratto il diritto di decidere sui propri corpi, tutto in nome di un fanatismo irrazionale che tradisce i valori laici di uno Stato.
Ci accusano di “propagandare il gender”, un’ideologia che prima hanno creato e alla quale poi hanno dichiarato guerra. Ci accusano di “spaventare i bambini”, di essere “ideologici”. Gli stessi bambini che non si preoccupano di tutelare legalmente, negando il riconoscimento degli stessi diritti alla nascita quando provengono da famiglie arcobaleno.
Il Governo Meloni, il più reazionario della storia della Repubblica, continua a riscrivere i confini della libertà, imponendo subdolamente leggi escludenti, alimentando una propaganda d’odio e mettendo in atto una censura sistematica. I nostri corpi, le nostre relazioni, i nostri desideri diventano strumenti di attacco politico, bersagli da colpire senza vergogna.
In Europa, l’Ungheria di Orban vieta i Pride, un fatto senza precedenti in un paese europeo. Ma noi non ci fermiamo. Questo non ci spaventa, perché la nostra storia è fatta di lotte, conquiste, battute d’arresto e ripartenze. È un’eredità che portiamo con noi ogni giorno, quando attraversiamo il mondo a testa alta, consapevoli che la nostra libertà è il frutto di una lunga e coraggiosa insubordinazione collettiva.
Il Roma Pride si schiera fermamente contro ogni forma di guerra e oppressione ed esprime la propria vicinanza e solidarietà a tutte le persone che vivono in contesti di conflitto. Le guerre sono la scelta del potere e di chi governa, ma a pagarne le conseguenze sono le popolazioni civili. Condanniamo con forza la strage in corso a Gaza, perpetrata dal governo israeliano, che sta provocando innumerevoli vittime innocenti tra la popolazione civile palestinese e sembra puntare all’annientamento di un popolo. Chiediamo il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi israeliani e il rispetto delle condizioni di tregua, la protezione dei diritti umani, la ripresa delle trattative di pace, basate sulla soluzione di due popoli, due Stati. Esprimiamo solidarietà al popolo ucraino che combatte contro l’invasione russa. Rifiutiamo ogni strumentalizzazione dei simboli e dei diritti LGBTQIA+ come strumenti di propaganda bellica. Lottiamo per la pace, il rispetto dei diritti umani e la solidarietà verso tutti i popoli oppressi.
Nel Pride, in ogni nostro grido che non conosce dolore ma solo forza, in ogni passo avanti nella nostra lotta per l’uguaglianza, troviamo la forza per continuare a chiedere la pace.
Il Roma Pride, da 31 anni, è fuorilegge.
E quest’anno lo gridiamo forte nelle piazze, ovunque: non ci conformiamo, non ci pieghiamo, non ci cancellate.
Il 14 giugno 2025, ci riprendiamo la nostra città.
1 – Persone trans* e non binarie
Rivendichiamo il pieno rispetto dell’autodeterminazione dell’identità di genere di ogni persona, anche piccola. Rivendichiamo l’accesso a luoghi di formazione e di lavoro senza discriminazioni, cosicché ogni persona possa realizzare il proprio potenziale senza paura di discriminazioni o pregiudizi.
Chiediamo il pieno rispetto del diritto all’autodeterminazione delle persone trans binarie e non-binarie, compresa la possibilità di scegliere liberamente i percorsi di affermazione che meglio rispondono alle proprie esigenze e desideri, senza interferenze esterne o giudizi discriminatori, senza sovradeterminazioni di carattere psicologico, fisico e medico. Sosteniamo anche la piena autodeterminazione delle persone bambine e adolescenti con varianza di genere e chiediamo che possano avere accesso, quando necessario, su tutto il territorio italiano a percorsi di affermazione di genere basati sulle linee guida scientifiche internazionali già esistenti.
Rifiutiamo quindi il modello di accompagnamento della vigile attesa e le terapie riparative psichiatrizzanti, camuffate da percorsi di supporto, a cui mira questo Governo attraverso il tavolo tecnico interministeriale del Ministero della Salute e del Dipartimento per le politiche della Famiglia. Questo tavolo ha il tacito obiettivo di ostacolare i percorsi di affermazione di genere, rendendo ogni processo più complicato e tortuoso e limitando fortemente l’accesso ai farmaci sospensori della pubertà.
Tali misure contrastano con i protocolli riconosciuti a livello internazionale ma di fatto già adesso ignorati nel nostro paese anche dai centri che dovrebbero occuparsi di queste giovani persone. Le associazioni, l3 professionist3 e le persone transgender che quotidianamente affrontano le difficoltà dei percorsi di affermazione di genere e forniscono servizi essenziali, spesso supplendo alla scarsità di risorse pubbliche dedicate al benessere delle persone transgender sono state escluse dal tavolo e non possono fare altro che attendere ulteriori restrizioni dei servizi e limitazioni al principio di autodeterminazione.
Dalle prime indiscrezioni sui lavori del tavolo risulta chiaro che l’infanzia e l’adolescenza trans sono usate come grimaldello per attaccare anche i diritti delle persone trans* adulte. Questa esclusione denota un attacco frontale alla comunità trans e ne ignora le reali esigenze, aggravando ulteriormente una situazione già critica.
2 – Famiglie
Esigiamo che la legge riconosca e tuteli ogni forma familiare, difendiamo e celebriamo tutte le forme di famiglia. È ora di veder legiferato il matrimonio egualitario e il riconoscimento alla nascita dell3 figli3 nate all’interno delle coppie omogenitoriali.
Non accettiamo più che esistano figli3 e genitori di serie B. Questo governo fin dal primo giorno ha discriminato e attaccato le famiglie omogenitoriali prendendosela direttamente con l3 nostr3 figli3.
Siamo al fianco delle famiglie con due mamme e due papà i cui certificati di nascita sono stati impugnati, così come sosteniamo i sindaci e le sindache italiane che continuano a prendere coraggiosamente posizione riconoscendo l3 figli3 delle coppie omogenitoriali, agendo in opposizione al Governo.
Chiediamo il superamento del Decreto Salvini che prevede l’utilizzo delle diciture padre/madre sui documenti dell3 nostr3 figli3. Riteniamo fondamentale il riconoscimento del certificato europeo di filiazione per l3 figli3 di tutt3 e che tutti gli atti di nascita esteri siano regolarmente trascritti. Chiediamo il sostegno e l’accesso alla procreazione assistita e l’eliminazione dell’orrenda legge che criminalizza universalmente la Gestazione Per Altri – GPA e, anzi, chiediamo una GPA etica e solidale per tutte le persone.
Oggi ancor più di ieri, dopo che la sentenza della Corte Costituzionale ha aperto la strada all’adozione internazionale per le persone single, spingiamo per una riforma del diritto di famiglia che apra a tutte le alle coppie la possibilità di adottare, indipendentemente dalla forma della relazione, dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere di chi intende assumere una responsabilità genitoriale. Ogni forma di amore è valida, ogni famiglia merita di essere rispettata e tutelata.
3 – Matrimonio egualitario
Chiediamo l’introduzione del matrimonio egualitario per tutte le coppie, indipendentemente dall’orientamento sessuale dell3 coniug3: ogni persona ha il diritto di unirsi in matrimonio legalmente all3 propri3 partner,senza discriminazioni o restrizioni.
4 – Terapie o pratiche di conversione
Come ogni anno, condanniamo la pratica dannosa delle “terapie riparative” o “pratiche di conversione”.
Queste pratiche rappresentano gravi violazioni dei diritti umani, sia che riguardino l’orientamento sessuale che l’identità di genere. In particolare, è inaccettabile che strutture ospedaliere e professionist3 promuovano terapie di conversione per le persone transgender e gender creative, come stabilito dalle linee guida WPATH, sotto la falsa veste di servizi di supporto psicologico che presentano un determinato genere come quello corretto a-priori per una persona. Questi percorsi violano la dignità e il diritto di autodeterminazione delle persone transgender, e possono compromettere la salute mentale di chi cerca legittimamente supporto per l’affermazione della propria identità di genere.
Nel 2020, il rapporto dell’Esperto indipendente delle Nazioni Unite ha definito le pratiche di conversione come trattamenti disumani e degradanti, paragonabili alla tortura, invitando i singoli Paesi a condannarli. Attualmente (2024) seguono questa linea Canada, Ecuador,Nuova Zelanda, alcuni stati dell’Australia, del Messico e degli Stati Uniti. In Europa, Malta, Germania, Francia, Grecia, Spagna, Cipro e nel cantone svizzero di Neuchâtel. Si discutono proposte di legge in Austria, Belgio, Irlanda e Paesi Bassi.
Secondo l’ultimo report della European Union Agency for Fundamental Rights – FRA (EU LGBTIQ Survey III – 14/05/2024), il 26% delle persone LGBTIQIA+ in tutta Europa ha sperimentato le pratiche di conversione, mentre il 3% ne è stato sopraffatto. In Italia la percentuale è del 18%, pari a 1 persona su 5, che corregge in peggio la stima del 10% della Società Italiana di Andrologia (2020). Rivendichiamo con fermezza l’abolizione di queste violenze, battendoci per la difesa e il sostegno delle persone LGBTQIA+ nella loro autenticità, dignità ed integrità fisica e mentale.
5 – Spazi sicuri: scuola, università, sport, lavoro e istituzioni
Le nostre scuole pubbliche appaiono sempre meno un luogo sicuro per student3 e docenti con uno spirito critico. L’influenza di ideologie ultra conservatrici, care al governo, sta minando l’autonomia didattica e promuovendo una visione tradizionalista e reazionaria della scuola. Diventa sempre più urgente comprendere il disegno politico di queste destre illiberali e difendere attivamente un’educazione inclusiva e pluralista, che valorizzi le diversità e contrasti le derive autoritarie nel sistema scolastico. Vogliamo spazi sicuri in ogni ambito della società, ma a maggior ragione li esigiamo nelle scuole e nei luoghi in cui vivono le nuove generazioni, chiedendo l’eliminazione delle discriminazioni nelle scuole, nelle università, nello sport, nei luoghi di lavoro e nelle istituzioni pubbliche.
Ci battiamo affinché le scuole di ogni grado e le università diventino spazi sicuri grazie a programmi di educazione affettiva, sessuale e alle differenze e che promuovano una consapevolezza sociale e culturale basata sul consenso e sul rispetto di tutte le persone. Chiediamo il ritiro delle Nuove indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo che contengono frasi aberranti e che promuovono l’inferiorità dellə discentə rispetto alle persone adulte di riferimento, la centralità educativa della famiglia etero patriarcale e l’incapacità delle persone piccole di costruire spirito critico, consapevolezza, conoscenza e di essere protagoniste attive del proprio apprendimento.
Chiediamo il ritiro delle Linee Guida per l’educazione civica che sono intrise di una logica patriarcale, sessista, razzista e binaria.Chiediamo che i progetti di legge sul consenso informato preventivo e sul contrasto alle identità alias presentati in nome di una battaglia contro la fantomatica ideologia gender siano ritirati.
Chiediamo l’istituzione normativa delle identità alias senza certificazione medica in tutti gli istituti di istruzione e in tutti gli atenei al fine di tutelare il diritto allo studio, il benessere, la salute e la privacy di student3 transgender, binariə e non-binary. L’assenza di questo strumento alimenta l’abbandono scolastico, mina il diritto allo studio e impedisce di vivere con serenità il percorso formativo, con ripercussioni su tutta la formazione della persona.
Per quanto riguarda il lavoro, pretendiamo la garanzia del reddito e di un lavoro dignitoso, senza discriminazioni e precarietà legate al proprio orientamento sessuale o alla propria identità di genere. Vogliamo che l’identità alias sia prevista in tutti i CCNL per tutelare il diritto al lavoro delle persone trans e che l’identità di genere sia inserita tra i motivi di discriminazione, per difendersi efficacemente in casi di selezione discriminante e mobbing nelle aziende. I luoghi di lavoro devono essere spazi sicuri per tutt3, dove poter realizzazione il proprio potenziale, senza rischi di discriminazioni e pregiudizi.
Lottiamo affinché anche il mondo dello sport diventi uno spazio sicuro, specialmente per tutte le persone LGBTQIA+, circa 1 su 2, che rischiano l’esclusione da qualsiasi attività fisica vedendosi negato il diritto umano allo sport in momenti cruciali come l’infanzia e l’adolescenza. L3 atlet3 subiscono ancora forti discriminazioni e pregiudizi legati al proprio orientamento sessuale e alla propria identità di genere, al punto che anche atlet3 professionist3 affermat3 hanno timore di fare coming out. Le persone transgender devono essere pienamente riconosciute da tutte le federazioni italiane e avere la possibilità di gareggiare nelle categorie di genere che rispecchiano la propria identità, come previsto dalla Linee Guida del Comitato Olimpico internazionale del 2021.
Ci rivolgiamo infine con fermezza a tutto il mondo sportivo e agli enti di promozione affinché agiscano da apripista per garantire il diritto allo sport delle persone LGBTQIA+, attraverso l’implementazione di programmi di formazione mirati per la componente atletica, tecnica e dirigenziale, l’adozione di procedure per il monitoraggio delle discriminazioni e l’introduzione del tesseramento alias basato sull’autodeterminazione.
6 – Salute
L’accesso alla salute è un diritto umano fondamentale. Rivendichiamo la piena accessibilità ai servizi sanitari per le persone LGBTQIA+ e le loro famiglie, a cui troppo spesso viene negato il diritto alla salute biopsicosociale.
Il loro pieno esercizio non può prescindere dalla formazione del personale sanitario alle nostre esigenze e necessità specifiche, in particolare per quanto riguarda i corpi delle persone trans, non-binary e intersex.
Sosteniamo un approccio senza pregiudizio alla nostra salute sessuale e riproduttiva e chiediamo di rendere disponibili i mezzi di prevenzione primaria e secondaria per il contrasto all‘HIV. Riteniamo di fondamentale importanza l’implementazione di programmi PrEP con controlli periodici delle IST gratuiti.
Chiediamo di riconoscere e sostenere le attività community based svolte dalle associazioni, così come richiesto da UNAIDS. Invochiamo lo stop allo stigma sociale verso le persone sierocoinvolte e le persone con specificità legate alla salute mentale.
7 – Autodeterminazione
Ogni individuo ha il diritto fondamentale di autodeterminare la propria identità, il proprio corpo e la propria vita. Chiediamo il pieno rispetto per il nostro orientamento sessuale, identità di genere e sessualità, così come il rispetto per i diritti riproduttivi, incluso l’accesso all’aborto libero, sicuro, gratuito e legale per tutt3.
Difendiamo e rivendichiamo la dignità di chi svolge il lavoro sessuale e chiediamo per loro le stesse tutele e diritti che esistono per tutt3 l3 lavorator3 in Italia, fuori da ogni stigma ipocrita e violenza.
8 – Intersessualità
Le persone Intersex nascono come l3 altr3 bambin3 ma con Variazioni delle Caratteristiche del Sesso (VCS), fisiche o biologiche (come anatomia sessuale, organi riproduttivi, schemi ormonali e/o schemi cromosomici), che sono differenti dalle definizioni stereotipate per corpi maschili o femminili.
La stragrande maggioranza si riconosce nel genere assegnato alla nascita, ma diventa oggetto di procedure mediche “normalizzanti” inutili e dannose, spesso senza reale necessità che non sia quella estetica e normoetero normativa, diventando bersaglio dello stigma e discriminazione sociale e medica perché non sono quello che ci si aspettava.
L’Italia è stata riconosciuta inadempiente dall’autorità dell’ONU e dell’Unione Europea al rispetto dei diritti delle persone intersex/VCS. Il sistema medico continua ad agire e operare, troppo spesso, in violazione di tutti i diritti civili e umani, nonostante i migliori sforzi dei difensori dei diritti Intersex/VCS.
Pertanto:
- Chiediamo il pieno rispetto dei diritti delle persone Intersex/VCS all’integrità, all’autonomia fisica e all’autodeterminazione, base dei diritti civili;
- Chiediamo l’immediato divieto di interventi medici precoci differibili, inclusi interventi chirurgici e ormonali, che alterano le caratteristiche sessuali di neonati, bambini e adolescenti senza il loro consenso personale e la fine della patologizzazione e della psichiatrizzazione delle persone intersex/VCS.
9 – Persone LGBTQIA+ e terza età
Le persone anziane LGBTQIA+ affrontano una serie di sfide uniche che derivano dall’intersezione tra l’età e l’orientamento sessuale o l’identità di genere. Spesso, queste persone si trovano a dover affrontare l’isolamento sociale in modo amplificato, poiché possono aver vissuto gran parte della loro vita in un contesto di stigmatizzazione e discriminazione, essendo nate in periodi dove il pregiudizio omotransfobico era molto più diffuso e radicato. Questo può portare a una mancanza di supporto familiare e comunitario, rendendo difficile per loro trovare una rete di sostegno.
Inoltre, le strutture di assistenza per anziani non sempre sono preparate a rispondere alle esigenze specifiche delle persone LGBTQIA+. Ciò può includere la mancanza di personale formato e sensibile alle questioni di genere e sessualità, creando un ambiente in cui gli anziani LGBTQIA+ possono sentirsi non accolti o addirittura discriminati.
Infine, le questioni legate alla pianificazione patrimoniale e ai diritti legali possono essere complicate, specialmente per coloro che non hanno una famiglia tradizionale su cui contare. Affrontare questi problemi richiede un impegno collettivo per garantire che le persone anziane LGBTQIA+ possano vivere con dignità, rispetto e supporto nella loro terza età.
10 – Resistenza giudiziaria
Non smetteremo di resistere all’invisibilizzazione o alla discriminazione attraverso battaglie giudiziarie nazionali o sovranazionali.
Tramite azioni individuali o collettive continueremo a difendere e a promuovere il principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione anche davanti alle Corti superiori, per costruire, conquista dopo conquista, una società giusta e finalmente capace di accogliere le nostre istanze di libertà e di pari dignità sociale.
Contrasteremo giudiziariamente gli effetti di leggi vergognose, come la legge Varchi sul “reato universale di GPA”, anche a tutela di bambin3 che sono stat3 o che verranno inaccettabilmente colpit3 da uno stigma sociale per il solo fatto di nascere. Reagiremo a ogni discriminazione, nuova o già esistente, con ogni strumento consentito dalla legge e davanti a tutti gli Organi competenti.
Difenderemo tutti i pochi diritti che ci sono già stati riconosciuti dalle Corti, come stiamo già facendo rispetto agli attacchi di chi, oggi, vuole ribaltare approdi della Corte di Cassazione ormai stabili nel caso delle trascrizioni degli atti di nascita stranieri con due mamme.
Agiremo per attuare il principio di autodeterminazione in ogni campo della vita sociale e giuridica e faremo di tutto per modificare procedure giudiziarie spesso costose e lunghe: i diritti fondamentali non tollerano lesioni e meritano un costante presidio.
Promuoveremo ‘cause pilota’ per portare avanti nelle aule di Giustizia la più ampia cultura dei diritti a tutela del libero svolgimento di tutt3, in ogni contesto di vita. La nostra sarà una resistenza giudiziaria per rivendicare semplici istanze di libertà, senza lasciare fuori nessun3 ma per creare una società migliore.
11 – Violenza di genere
Ogni tre giorni, una donna viene uccisa in Italia dalla violenza maschile. Solo nel 2024, sono state 113 le vittime, quasi tutte dentro le mura domestiche (61 assassinate dal partner o dall’ex). Chiamiamo questa strage per quello che è: femminicidio.
Quando le istituzioni restano inerti di fronte a questa barbarie, quei femminicidi diventano femminicidi di Stato, e il governo ne è complice. Mentre le denunce di violenza aumentano, chi ci governa risponde con propaganda, tagli ai centri antiviolenza e propone l’ergastolo per i carnefici, come se potesse funzionare da deterrente ma senza agire sulle vere cause del femminicidio, senza provare ad agire a monte del problema, con una diversa educazione sesso-affettiva nelle scuole, anzi sostenendo la “famiglia tradizionale” a discapito della vita e della sicurezza delle donne.
Il Roma Pride 2025 alza la voce con orgoglio e rabbia: basta sangue, basta silenzi istituzionali. Il nostro movimento transfemminista e antifascista è in prima linea per abbattere il patriarcato, affinché nessunə debba mai più subire violenza, né tra le mura di casa, né altrove.
12 – Antifascismo, transfemminismo, antirazzismo e giustizia climatica
Rifiutiamo con fermezza qualsiasi forma di fascismo, razzismo e discriminazione. Abbracciamo un femminismo intersezionale che lotta contro tutte le ingiustizie sociali e le oppressioni, consapevoli delle molteplici sfaccettature delle nostre lotte, che ci vedono unite contro violenze che nascono dallo stesso sistema patriarcale.
Insieme, ci impegniamo a costruire un futuro più giusto e rispettoso dei diritti di tutte le persone, sostenendo politiche che difendano i diritti umani e proteggano le persone migranti. Crediamo nell’importanza di fondere le lotte per i diritti civili, la giustizia sociale e la giustizia climatica.
Lottiamo per una società basata sull’uguaglianza, il rispetto e la solidarietà, dove ogni individuo possa vivere senza il timore di subire persecuzioni o discriminazioni in base alla propria identità.