Un romanzo dal titolo bellissimo non poteva che essere bello. Due elementi importanti, il tempo e la memoria: uno scorre inarrestabile, l’altro conserva.
Un linguaggio delicato ma aspro per i contenuti e sicuramente d’effetto per una storia d’amore molto forte. “L’odore dei cortili”, di Giuliano Brenna, è un romanzo che ha per sfondo Lisbona negli anni della dittatura di Salazar passando poi per la rivoluzione dei garofani e la seguente nascita della democrazia. E’ un romanzo che parla di dittatura, quindi, ma oltre alla dittatura politica e sociale parla di dittatura interiore e di carnefici che si annidano nell’animo delle persone ma non per questo sono meno letali. Nel romanzo si parla di amore, amicizia e soprattutto di futuro.
Il libro è stato presentato al Circolo Mario Mieli. Davide Ferraro, che ha anche condotto la presentazione, ha intervistato l’autore per Aut.
Partiamo dalla copertina perché nasconde una bellissima storia e un percorso interessante…
La copertina è un quadro a olio del pittore Stefano Cipollari che ha l’abitudine di pubblicare sui social i suoi dipinti, sin dalle prime fasi, quando sono ancora solo pochi tratti. Appena ho visto questo ho scorto nell’espressione e nello sguardo del soggetto l’intensità dello sguardo di Mattia, il protagonista del romanzo.
Come nasce il titolo?
Il cortile rappresenta una zona di confine tra l’intimo e l’esterno, è quel luogo dove l’intimità domestica si apre al mondo esterno. Nei cortili vi sono luci e ombre, zone nascoste e zone da mostrare; spesso il cortile è ricettacolo di odori che possono causare imbarazzo ma che si espandono liberamente. L’odore del cortile è quel che nasce spontaneo e che si vorrebbe nascondere, ma non sempre si riesce. E’ il luogo di confine, di incontro, ma anche di nascondimento, è un posto di passaggio, rappresenta movimento e riparo.
L’odore è un elemento molto importante del libro perché ricorda un po’ i luoghi del battuage. Perché hai voluto associare questo tipo di location al personaggio principale?
Gli odori e i profumi presenti nella narrazione rappresentano essenzialmente la memoria, l’olfatto è la sede più capace di memoria e attraverso gli odori siamo in grado di conservare intatti ricordi e suggestioni. Ho usato molto gli odori anche per sottolineare i cambiamenti nei pensieri o gli stati d’animo. Sebbene Lisbona sia una città fatta di colori e luci vivissime ho preferito ricostruirla attraverso gli odori che la caratterizzano e sono rivelatori di luoghi e situazioni. In più, a tratti ho usato la leggerezza dei sentori di piante e fiori per alleggerire momenti estremamente drammatici. E per finire l’odore rappresenta la parte più fisica delle persone, sottolineano certe attività nei cosiddetti battuage e, spesso, di uno sconosciuto incontrato, nei ricordi spesso si rammenta solo l’odore.
Raccontaci il personaggio di Mattia…
Il protagonista del romanzo è Mattia Rosenberg, che seguiamo attraverso le pagine da quando ha l’età di sei anni ed è un bimbo che vive solo con la mamma e non ha mai conosciuto il padre che li ha abbandonati prima che lui nascesse e in questo fa già i conti con la diversità: è l’unico, tra le sue conoscenze, a non avere una famiglia come le altre. A dieci anni perde anche la madre e questo lutto gli causa un fortissimo senso di colpa, si carica di rimorso e si autoaccusa per la sparizione del padre prima e della madre poi. Questo segnerà la sua vita inesorabilmente rendendolo un ragazzo solitario e incapace di lasciarsi andare e di fidarsi degli altri. Ma lo renderà anche caparbio e determinato a scoprire la verità su di sé, innanzitutto, e su quanto ha vissuto. Mattia scopre il mondo, cerca di riempire il vuoto e l’abbandono che ha subito riempiendolo di ombre, con incontri fugaci o con amicizie superficiali che gli rimandano continuamente il suo stesso volto. Sarà nell’incontro col capitano Green che comincerà a capire l’importanza dell’altro riuscendo a trovare il modo di allacciare legami, sebbene all’inizio questi siano fragili.
Entriamo nel personaggio del capitano Green… chi è, cosa insegna e cosa vuole da Mattia?
Il capitano Green cerca di impedire a Mattia di fare i suoi stessi sbagli, lo vuole innanzitutto proteggere, ma cerca anche di emendare il proprio passato, cercando di punire il sé che ha commesso gravi errori. Tuttavia, il legame con Mattia aiuta quest’ultimo a riportare la propria vita e i propri legami sotto la giusta luce e a riflettere sull’importanza dei legami e l’arricchimento che questi portano. Il capitano rappresenta la salvezza per Mattia, anche se potrebbe sembrare il contrario ma in fondo nella vita, soprattutto nelle relazioni amorose, quasi mai vengono rispettati i cosiddetti “canoni” e sebbene la relazione tra il capitano Green e Mattia sia algida e apparentemente priva dell’elemento fondamentale dell’intimità, riuscirà comunque a dare alle loro anime il giusto nutrimento.
[Foto di Aayush Gupta | Unsplash]